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Countdown di governo

11 maggio 2018 | 06.45
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Sciolto entro le 24 ore richieste l'interrogativo sulla possibilità o meno di dar vita ad una maggioranza parlamentare per sostenere un governo, Movimento 5 stelle e Lega entrano ora nella fase decisiva per formare concretamente il nuovo esecutivo. Un confronto complesso che richiede necessariamente tempi più lunghi, per questo i due partiti hanno chiesto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, altro tempo: riferiranno domenica prossima l'esito delle loro trattative.

Un'ulteriore proroga comunque indilazionabile, visto che entro quella giornata, che in mattinata vedrà il Capo dello Stato a Trento per l'Adunata degli Alpini, al Colle attendono la comunicazione delle risposte definitive, necessarie per gli ulteriori passaggi formali per arrivare alla soluzione della crisi. Se non dovessero arrivare, inevitabile che torni attuale l'ipotesi del governo di servizio. Altrimenti, nessun ulteriore giro di consultazioni e Mattarella lunedì riceverà Luigi Di Maio e Matteo Salvini, per conoscere le loro intenzioni circa il percorso da seguire per giungere alla costituzione del nuovo gabinetto e i termini dell'intesa raggiunta, a partire dai contenuti programmatici.

Cruciale naturalmente la scelta del candidato a cui affidare l'incarico di formare il nuovo governo, decisione che spetta al Capo dello Stato, che, in base all'articolo 92 della Costituzione, "nomina il presidente del Consiglio dei ministri". Evidente quindi la necessità di individuare un nome in grado di ottenere il consenso dei partiti della futura maggioranza, ma altrettanto ovvio che le valutazioni di Mattarella avranno il loro peso. E, dopo i necessari approfondimenti e la visita martedì mattina all'Istituto "Giannina Gaslini" di Genova, nel pomeriggio o nella giornata di mercoledì potrebbe convocare il diretto interessato al Colle.

Si aprirebbe quindi una fase di tre-quattro giorni durante la quale il presidente del Consiglio incaricato svolge una serie di consultazioni con partiti, forze economiche e sociali, per tornare poi al Quirinale per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri. A questo punto tornerebbe in gioco il ruolo del Capo dello Stato, che sempre in base all'articolo 92 della Costituzione nomina i vari titolari dei dicasteri su proposta del premier. Prevedibile che Mattarella voglia esercitare un esame attento dei vari candidati, anche in riferimento alla possibilità che Di Maio e Salvini possano assumere il ruolo di vicepresidenti del Consiglio e a posti chiave come Esteri, Economia, Interno e Difesa, che richiamano anche i rapporti internazionali dell'Italia.

Questioni che naturalmente rimandano a quello che sarà il programma di governo. Tema che riguarda i rapporti tra l'esecutivo e la sua maggioranza, ma che non può certo lasciare indifferente il Capo dello Stato. Tutto questo in un contesto nel quale Mattarella si è sempre preoccupato, Costituzione alla mano, di garantire un equilibrio che salvaguardi le prerogative proprie e di tutti gli organi istituzionali.

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