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Le riforme sul tavolo del governo

27 settembre 2018 | 16.56
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Riduzione del numero dei parlamentari, abolizione del Cnel, potenziamento della democrazia diretta e riforma del Titolo V con riordino delle province. Il tutto, in un arco di tempo che va dal 2018 al 2020. Questo il timing, fissato dal governo giallo-verde nel cronoprogramma, presente nella bozza del capitolo 'La strategia di riforma del governo' della nota di aggiornamento al Def.

Nella parte che riguarda le riforme allo studio dell'esecutivo M5S-Lega, si legge nel testo in possesso dell'Adnkronos, dove vengono confermati vari 'cavalli di battaglia' del Movimento grillino, "l'obiettivo di fondo delle riforme istituzionali in programma è il miglioramento della qualità delle decisioni, da realizzare rendendo più ampia ed effettiva la partecipazione dei cittadini alla vita politica e favorendo una maggiore efficacia dell'attività del Parlamento".

Gli interventi di riforma si concentreranno, in particolare, sul "potenziamento degli istituti di democrazia diretta, riconoscendo maggiori responsabilità decisionali ai cittadini, in particolare attraverso il rafforzamento dell'iniziativa legislativa popolare (con l'introduzione del referendum propositivo), l'eliminazione del quorum strutturale nel referendum abrogativo e la rimozione degli ostacoli burocratici alla raccolta delle firme".

Uno dei punti forti della riforma riguarda la "riduzione del numero dei parlamentari", con il taglio dei deputati "da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200. L'Italia - si legge sempre nella bozza - attualmente è il Paese europeo con il numero più alto di parlamentari direttamente eletti dal popolo e la riduzione prospettata, oltre a consentire apprezzabili risparmi di spesa, rappresenta uno strumento essenziale per migliorare i processi decisionali della Camere, che potranno operare in modo più efficiente, per rispondere meglio e più tempestivamente alle esigenze dei cittadini".

Tra gli obiettivi del governo anche la "soppressione del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro" e "l'introduzione della possibilità di ricorrere alla Corte costituzionale rispetto alle deliberazioni assunte dalle Camere in materia di elezioni e cause di ineleggibilità e incompatibilità dei membri del Parlamento".

Tra l'altro, proprio la scorsa settimana il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro ha annunciato la presentazione di due ddl costituzionali per la riduzione del numero dei parlamentari e l'introduzione del referendum propositivo.

Viene spiegato, inoltre, nella bozza del documento, che "si procederà alla 'reingegnerizzazione' del Sistema informativo elettorale per l'adeguamento delle infrastrutture tecnologiche al nuovo sistema di assegnazione dei seggi, anche in vista delle prossime elezioni europee".

Il governo promette cambiamenti nel rapporto tra Stato ed Enti Locali: "Chiederà una delega al Parlamento per una revisione sistematica dell'ordinamento degli Enti Locali, che ridefinisca il complessivo assetto della materia, armonizzando le disposizioni originarie sia con la riforma del Titolo V della Costituzione, sia con i numerosi interventi di settore succedutisi negli anni". Lo scopo è "arrivare anche ad un riordino che possa restituire alle province un quadro ordinamentale certo e uno stabile assetto funzionale".

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