di Cristiano Fantauzzi
Una fredda giornata di sole ha accolto nella capitale tunisina il premier Giuseppe Conte e i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini per il vertice intergovernativo italo-tunisino. Il calore dell'accoglienza dei vicini mediterranei e la scorta dei dati Istat sull'occupazione, però, non hanno riscaldato il clima al vertice dell'esecutivo gialloverde.
Di Maio era arrivato nella notte, e se Salvini è giunto con il premier, nella sala del palazzo del governo tunisino era palpabile una certa rigidità d'approccio generale. Scarsi sorrisi e poca empatia, insomma, anche se a pranzo i tre sono stati commensali. Poi, Salvini ha deciso di andare al museo del Bardo da dove comunque ha ribadito che il governo va avanti. Ma poco prima il premier aveva avvertito: della riforma fiscale, ossia della flat tax non è il momento di parlare ora", ma in sede di manovra.
E poco dopo, Di Maio avrebbe segnalato: "Dalla Lega ci aspettiamo risposte sul taglio agli stipendi dei parlamentari, conflitto di interessi, eliminazione dell'influenza dei partiti nelle nomine nella sanità". Certo, poi "lavorare con Giuseppe e Matteo è sempre un piacere". Ma intanto, da Tunisi, a suggellarlo, nessuna 'foto di famiglia' sotto il sole freddo di Tunisi.