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Radio Radicale, Di Maio apre spiraglio: "Tutelare tutte le emittenti"

22 maggio 2019 | 18.19
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Giachetti sospende lo sciopero della sete ma prosegue digiuno - Pd, Casellati e Fico intervengano

Luigi Di Maio
Luigi Di Maio

"Per Radio Radicale dobbiamo trovare una soluzione, ma una soluzione che tuteli tutte le radio italiane". E' questa la linea del vice premier Luigi Di Maio, espressa a 'Radio anch'io', poco prima che Roberto Giachetti desse la notizia della sospensione dello sciopero della sete, mentre va avanti quello della fame: "Sono un non violento, non un suicida" ha affermato l'esponente dem. Ma sono le parole del ministro dello Sviluppo e leader M5S che fanno discutere, all'indomani della scadenza formale della convenzione della radio.

"Quando Di Maio paragona Radio Radicale a tutte le altre radio -dice all'Adnkronos Rita Bernardini, coordinatrice della presidenza del Partito radicale- nega il diritto dei cittadini a essere informati, che è lo slogan di Radio Radicale. Se gli elettori italiani hanno potuto conoscere quello che fanno gli M5S in Parlamento, questo lo si deve a Radio Radicale", sottolinea. E Maurizio Turco rincara la dose: "E' il gioco delle tre carte, come se uno staccasse la presa ma non volesse spegnere la luce. Lui stacca la presa, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Radio Radicale non è una radio come le altre e non è in concorrenza con le altre radio, tutte commerciali".

Dal versante M5S arriva la voce del deputato e giornalista Emilio Carelli che auspica che per l'emittente si trovi una soluzione che "diluisca nel tempo l'attuale impegno dello Stato in modo da permettere a Radio Radicale di organizzarsi per trovare le risorse necessarie" e "continuare a svolgere il suo ruolo". E se Emma Bonino (+Europa), punta l'indice contro "la natura chiaramente autoritaria del M5S", i presidenti dei senatori e dei deputati del Pd, Andrea Marcucci e Graziano Delrio, si attendono dai presidenti di Senato e Camera, Casellati e Fico, "un rapido pronunciamento" perché, sottolineano, "è inammissibile che a Camera e Senato venga di fatto impedito di esprimersi con un voto, essendo evidente che tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione del M5S, sono favorevoli al proseguimento del servizio".

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