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Commissioni, Quota 100 e sicurezza: i nodi Lega-Conte

30 agosto 2019 | 11.51
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Il premier incaricato incontra la delegazione del Carroccio. Borgonzoni: "Nessuna rassicurazione sui provvedimenti"

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Mente il Conte bis prende forma, nel secondo giorno di consultazioni il presidente incaricato incontra la delegazione della Lega. Diversi i temi affrontati durante il confronto: dai presidenti leghisti delle commissioni a Quota 100, fino al decreto sicurezza. La posizione della Lega è ferma: "Come non si rivotano i presidenti del Senato e della Camera, quelli di commissione sono come il presidente Fico e il presidente Casellati, rimarranno a fare i presidenti di commissione. Sono stati votati e rimarranno a fare i presidenti di commissione" ha messo in chiaro il deputato della Lega Claudio Durigon.

Durante l'incontro nella Sala dei Busti di Montecitorio, Durigon, assieme alla senatrice Lucia Borgonzoni, ha affrontato anche il capitolo Quota 100 - misura fortemente voluta dal Carroccio - e quella dei decreti Sicurezza. "Non siamo riusciti a capire quali saranno le intenzioni del presidente sulla questione dell'immigrazione, su Quota 100, su altri provvedimenti come l'autonomia - ha detto Durigon -. Il presidente ha detto che difenderà quelli che sono stati i provvedimenti fatti, però è pronto a sedersi intorno ad un tavolo e a sentire su molti di questi quali possano essere le modifiche, non ha voluto dire se queste modifiche verranno accettate o non accettate. Era fondamentale capire cosa farà un nuovo governo se riuscirà a trovare i voti, ma non ci siamo riusciti".

"Abbiamo fatto una discussione più basata sul passato - ha poi aggiunto Borgonzoni - e poco sul futuro. Il presidente poteva benissimo dire non toccheremo Quota 100, non toccheremo i provvedimenti sulla sicurezza, ma non lo ha voluto fare e questo ci dispiace. Volevamo avere la rassicurazione che non verranno toccati assolutamente questi provvedimenti che sono il lavoro di tanti mesi assieme, spesso anche duro, un no netto non c'è stato".

Poi i due leghisti hanno lanciato un appello ai senatori: "Speriamo i voti in Aula per la compagine di governo non si trovino, per ridare parola ai cittadini. E' un appello alla coscienza dei senatori e dei deputati di non votare questo mercificio".

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