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Sardine, gruppo Milano: "Schedatura 'Primato'? Una provocazione"

03 dicembre 2019 | 18.10
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L'amministratore Fabio Cavallo all'Adnkronos: "Basta odio"

(Fotogramma)
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"La schedatura è una provocazione. Io non ho nulla da nascondere, non sono iscritto da oltre venti anni a nessun partito politico, l'ultima persona che ho votato è Laura Boldrini per simpatia e solidarietà dopo tutti gli attacchi che ha subito dagli haters. Ho deciso di dare una mano alle sardine perché questi ragazzi agiscono in buona fede, per la buona politica". Lo afferma all'Adnkronos Fabio Cavallo, rispondendo a quanto scritto nei giorni scorsi da 'Primato nazionale', il sito della rivista sovranista edita da Francesco Polacchi, numero uno di AltaForte ed esponente di primo piano di CasaPound, che ha "schedato" le 'sardine' e lo tira in ballo insieme ad altri esponenti del movimento anti-Salvini.

Le sardine, sottolinea Cavallo, "sono per la politica intelligente, che aiuti il Paese e porti lavoro alla gente". "Per me l'antifascismo deve essere un sentimento nobile - osserva Cavallo - se non ci fosse stato l'antifascismo non sarebbe esistita la Costituzione. Io resterò tutta la vita 'pertiniano': Pertini per me è stato il più grande presidente della Repubblica".

Cavallo stigmatizza l'articolo scritto sul 'Primato' da Francesca Totolo e alcuni commenti sui social: "Basta odio e cattiverie sui social. Nel gruppo 'Sardine di Milano' se qualcuno insulta l'avversario io lo banno. Il confronto deve essere serio e non offensivo".

“Dopo questo articolo schedatorio io ho ricevuto mail stupide, sono stato fatto oggetto di attacchi”, sottolinea Cavallo affatto stupito se alla giornalista è stato oscurato il profilo Fb.

“Parla di etica e libertà di stampa poi posta messaggi che ridicolizzano addirittura un giornalista del calibro di Sandro Ruotolo”, osserva Cavallo. Quanto al fatto che sul l’articolo di Primato si sottolineava che Cavallo aveva “aperto una raccolta fondi a favore della speronatrice Carola Rackete e della Ong Sea Watch, che ha raggiunto quasi 300mila euro”, il diretto interessato risponde: “Non sono 300mila ma più di 430mila euro e Carola Rackete meritava di essere aiutata perché chi salva vite umane per me è importante”.

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