"Del 'Libro dei Fatti' ho la collezione completa, e l'ho voluto subito, fin dalla prima edizione nel 1990, quando ero direttore del Tg1. E da allora è un compagno di lavoro fondamentale, al quale non posso rinunciare". Lo dice all'Adnkronos Bruno Vespa, che sottolinea la funzione pionieristica del volume a trent'anni dall'esordio e il suo ruolo di punto fermo "nell'era dell'informazione spesso incerta" che si va imponendo nell'era di Internet.
Il giornalista, la cui trasmissione 'Porta a Porta' su Rai Uno si è ormai consacrata come 'terza Camera' italiana, rileva che "per me che sono legato al 'cartaceo', il Libro dei fatti è una fonte preziosa di informazioni affidabili e certe, una realizzazione esemplare per scrupolo, qualità e rigore".
Un elemento che ne fa una pietra miliare nella storia editoriale: "E' una risorsa epocale anche perché...attraversa le epoche: dalla prima Repubblica alla seconda fino all'attuale" e lo fa "ponendosi anche come elemento di certezza nel mare magnum di notizie sempre più 'liquide' che caratterizza il panorama dell'informazione. Insomma, quella del 'Libro dei fatti', editorialmente è una storia felice, che attraversa il cambiamento del Paese e lo documenta in modo puntuale".