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Fecondazione: storie di coppie ricorse a Consulta e che vogliono eterologa

08 aprile 2014 | 12.38
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Roma, 8 apr. (Adnkronos Salute) - Storie personali di sofferenza, che si sono trasformate in una battaglia per la collettività. Sono quelle delle coppie di partner che hanno deciso di ricorrere alla Corte costituzionale per avere accesso alle tecniche di fecondazione eterologa ed esaudire finalmente il desiderio di avere un figlio.

La prima coppia viene da Milano e ha necessità di accedere alla donazione dei gameti perché il partner maschile è affetto da azoospermia grave. La seconda coppia viene da Catania: lei commercialista e lui lavoratore autonomo, sposati il 13 agosto 2005, hanno già una bambina: Carla, nata il 29 marzo 2008. Superato il periodo di allattamento, la signora C. non ha più avuto un regolare ritorno del ciclo mestruale. Si è rivolta a uno specialista che le ha diagnosticato una menopausa precoce e consigliato una cura ormonale della durata di tre mesi per monitorare il periodo dell'ovulazione. Tuttavia, ogni mese, il monitoraggio ha registrato nel periodo fecondo la limitatezza, in qualche caso l'assenza, di ovuli. Ultimata la cura nel giugno 2009, secondo lo specialista non c'era alcuna speranza di avere una seconda gravidanza. La coppia non si perde d'animo e consulta un secondo ginecologo, che però conferma la diagnosi.

La coppia contatta allora un centro di Pma a Ragusa, che suggerisce un tentativo di 'bombardamenti' ormonali per vedere se si fosse registrato qualche cambiamento. Anche questa cura non ha esito. La coppia si rivolge infine al Centro Umr di Sant'Agata Li Battiati, dove il dottor Antonino Guglielmino conferma la diagnosi di infertilità dovuta alla menopausa precoce e dichiara inutile e potenzialmente dannoso per la salute procedere con ulteriori cure ormonali: l'unica possibilità sarebbe l'ovodonazione. (segue)

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