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Frane, alluvioni ed erosione costiera: quasi il 94% dei Comuni a rischio

07 marzo 2022 | 13.23
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I dati del rapporto Ispra 'Dissesto idrogeologico in Italia' 2021: 8 milioni di persone abitano nelle aree ad alta pericolosità

(Fotogramma)
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Aumenta nel 2021 la superficie nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni: l’incremento sfiora rispettivamente il 4% e il 19% rispetto al 2017. Quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto e soggetto ad erosione costiera e oltre 8 milioni di persone abitano nelle aree ad alta pericolosità. Segnali positivi per le coste italiane: dopo 20 anni, a fronte di numerosi interventi di protezione, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento.

È il 'Dissesto idrogeologico in Italia', il rapporto 2021 presentato dall’Ispra che fornisce il quadro di riferimento nazionale sulla pericolosità associata a frane, alluvioni e sull’erosione costiera dell’intero territorio italiano. Nel 2021, oltre 540mila famiglie e 1.300.000 abitanti vivono in zone a rischio frane (13% giovani con età minore di 15 anni, 64% adulti tra 15 e 64 anni e 23% anziani con età maggiore di 64 anni), mentre sono circa 3 milioni di famiglie e quasi 7 milioni gli abitanti residenti in aree a rischio alluvione.

Le Regioni con i valori più elevati di popolazione che vive nelle aree a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio), Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila), e Liguria (oltre 366 mila).

Edifici

Su un totale di oltre 14 milioni di edifici, quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata superano i 565mila (3,9%), mentre poco più di 1,5 milioni (10,7%) ricadono in aree inondabili nello scenario medio. Gli aggregati strutturali a rischio frane oltrepassano invece i 740 mila (4%) - rileva Ispra - Le industrie e i servizi ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 84mila con 220mila addetti esposti a rischio, mentre quelli esposti al pericolo di inondazione, sempre nello scenario medio, superano i 640mila (13,4%).

Beni culturali

Degli oltre 213mila beni architettonici, monumentali e archeologici, quelli potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono oltre 12mila nelle aree a pericolosità elevata; raggiungono complessivamente le 38mila unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I beni culturali a rischio alluvioni, spiega Ispra, poco meno di 34mila nello scenario a pericolosità media, arrivano a quasi 50mila in quello a scarsa probabilità di accadimento (eventi estremi). Per la salvaguardia dei beni culturali, sottolinea Ispra, "è importante valutare anche lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili".

Coste

Ispra rileva "segnali positivi per le coste italiane: dopo 20 anni, a fronte di numerosi interventi di protezione, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento". Il nuovo rilievo delle coste italiane ha consentito un aggiornamento dei dati sullo stato e sui cambiamenti in prossimità della riva: "nel periodo 2007-2019, risulta in avanzamento quasi il 20% dei litorali nazionali e il 17,9% in arretramento. A fronte di un progressivo aumento dei tratti di costa protetti con opere di difesa rigide, rispetto al 2000-2007 aumentano i litorali stabili e in avanzamento e diminuiscono dell’1% quelli in erosione".

A livello regionale il quadro è più eterogeneo - spiega Ispra - la costa in erosione è superiore a quella in avanzamento in Sardegna, Basilicata, Puglia, Lazio e Campania; le regioni con i valori più elevati di costa in erosione sono Calabria (161 km), Sicilia (139 km), Sardegna (116 km) e Puglia (95 km).

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