"Non è tempo di scardinare i pilastri del nostro sistema - da quello pensionistico a quello fiscale - non è tempo di cicale ma è il tempo della competenza". Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, intervenendo all’inaugurazione dell’Anno accademico 2017/2018 dell’università Luiss Guido Carli di Roma.
E' tempo, spiega ancora Gentiloni, "della serietà, dell'investimento sul futuro. Tra l'altro - dice rivolgendosi alla platea - non mi accontento di dire che il Paese si è rimesso in moto, vi sarete accorti che ci sono mondi, nel nostro paese, che non solo si sono rimessi in moto, ma stanno correndo e stanno realizzando risultati straordinari".
I "risultati costati sacrifici alle famiglie non possono essere dilapidati, sarebbe assolutamente irresponsabile", ha continuato il premier. Che aggiunge: "Quando si parla della prossima legislatura guai a dimenticare uno degli obiettivi più importanti: passare da una fase di stabilizzazione del debito pubblico e di sua leggerissima flessione a una fase significativa di riduzione. Deve essere uno degli obiettivi".
Ora, aggiunge il premier, "abbiamo conti non in ordine ma molto in ordine, il deficit era al 3%, quest’anno sarà al 2%". In Italia "è quanto più necessario avere coraggio e fiducia, siamo finalmente fuori dalla crisi economica più dura dal dopoguerra", con un "buon livello di crescita, stabile", e con "livelli occupazionali più alti da quando si fanno statistiche sui livelli occupazionali", anche se sull'"occupazione giovanile e femminile abbiamo ancora molto da recuperare". "Dobbiamo lavorare sui livelli salariali, che non sono cresciuti abbastanza", aggiunge.
"C'è una parte di Italia - continua il premier - che corre e una parte in difficoltà. Se non ci occupiamo anche di questa parte faremo molta fatica a progredire. La crisi ha lasciato ferite che non si sono rimarginate e dobbiamo lavorare non meno ma più di prima per contrastare la povertà e promuovere l’inclusione sociale".
"L'Italia, nonostante la frequenza nei cambi dei governi, è uno dei Paesi più affidabili. Alla frequenza dei cambi di governo - spiega - non ha corrisposto un andamento altalenante delle scelte in politica estera ed economica a danno degli investitori. Siamo un paese che merita fiducia, da parte nostra e da parte degli italiani".
"La domanda più frequente che mi viene posta come presidente del Consiglio italiano - afferma - riguarda i rischi di instabilità politica. Io devo dire che sono fiducioso perché l'Italia è da 70 anni, nonostante i frequenti cambi di governo, tra i paesi europei forse tra i più affidabili, coerenti e più stabili".