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Imprenditrice scomparsa, Giorlandino forse vista alla stazione di Napoli

28 giugno 2014 | 18.47
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Accertamenti in corso da parte degli inquirenti sulla segnalazione di un capotreno. E un'amica della proprietaria dei centri Artemisia dice: "L'ultima volta l'ho vista turbata, lamentava problemi familiari con il fratello". Il marito: "Vittima di stalking"

 - INFOPHOTO
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E' ancora fitto il giallo sulla scomparsa di Maria Stella Giorlandino, l'imprenditrice della sanità scomparsa da mercoledì scorso. I carabinieri stanno facendo accertamenti per valutare l'attendibilità della segnalazione di un capotreno, giunta ieri al Tg1, in cui l'uomo sosteneva di aver visto la proprietaria dei centri Artemisia alla stazione di Napoli.

''L'ho vista ieri mattina alla stazione centrale di Napoli, partita da Roma chiedeva informazioni su come prolungare il biglietto e proseguire fino a Palermo'', ha riferito il capotreno aggiungendo che la donna che viaggiava da sola e senza valigie, avrebbe detto: ''Mi aspettano''.

Intanto altre testimonianze vengono raccolte dagli inquirenti. "Stamattina ho informato i carabinieri del mio ultimo colloquio con Mariastella - racconta Sveva Belviso, ex vicesindaco di Roma attualmente capogruppo Ncd in Campidoglio - . Mi ero recata da lei, al suo centro diagnostico, a causa delle cattive condizioni di salute di mio padre, proprio il mese scorso. L'avevo vista molto turbata, lamentava problemi familiari con il fratello, che contro di lei aveva presentato una serie di denunce in merito a contese patrimoniali e permessi amministrativi, in un caso denunciando persino me, ma per quanto mi riguarda non ho prestato importanza alla cosa, essendo la sanità di competenza regionale e non comunale".

"La mia preoccupazione era e resta legata alla loro vicenda familiare assai dolorosa, credo originata da problemi di eredità - prosegue - Le ripetute denunce del fratello, che ai suoi occhi costituivano una sorta di stalking giudiziario, avevano gettato Mariastella in uno stato di profonda prostrazione, così come i continui controlli nelle sue strutture, e la presenza di sconosciuti che lei riteneva la seguissero minacciosamente per strada".

"Eravamo legate da un'amicizia che si era consolidata anche a causa della sua sensibilità, che la portava a volersi dedicare a interventi di solidarietà sociale - aggiunge - Ho riferito ai carabinieri le ultime confidenze che mi ha fatto, ho solo il rimpianto di non averla più sentita successivamente, perché nel frattempo mio padre è morto. Non so cosa possa esserle successo. Mi auguro anzitutto che lei sia viva e che stia bene, che nessuno le abbia fatto del male e che lei non ne abbia fatto a se stessa. Ma l'ultima volta che l'ho vista era davvero sconvolta".

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