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Mostre: Roma, gli scatti di Liu Xiaofang a Visonarea

30 novembre 2015 | 14.01
LETTURA: 5 minuti

Particolare dell'opera di Liou Xiaofang scelta  come immagine simbolo della mostra
Particolare dell'opera di Liou Xiaofang scelta come immagine simbolo della mostra

Si inaugura domani a Roma, alla 18,30 a Visionarea Art Space, in via della Conciliazione, la mostra della fotografa cinese Liou Xiaofang. Questa prima personale dell'artista a Roma, intitolata 'Future Memories', curata da Alessandro Demma e visitabile fino all'1 febbraio prossimo, è il terzo appuntamento di Visionarea, progetto che nasce da un’idea dell'artista M atteo Basilé e dall’Associazione Amici dell’Auditorium Conciliazione, e si avvale del sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo. Visionarea unisce creatività e managerialità, ed è destinato all'arte contemporanea in chiave attuale e trasversale, reinventando l'Auditorium della Conciliazione, nel rispetto della sua vocazione ma ampliandone le potenzialità espressive, sviluppando intorno al Chorus Cafè, per poi estendersi all'interno degli spazi principali dell'Auditorium stesso, un Temporary Art Museum con la direzione artistica di Basilè.

Lo spazio vuole accogliere le differenze come valore da sostenere e promuovere per eliminare confini espressivi e creativi privilegiando le storie e la ricerca dell'umanità meno visibile. Nel Temporary Art Museum possono convivere arte, musica, cinema, moda, letteratura e food attraverso progetti site-specific e collaborazioni con altri fenomeni artistici e culturali nazionali ed internazionali. Il progetto, per le sue caratteristiche, bene si sposa con il principio ispiratore dell’attività della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo e soprattutto del suo presidente, Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che ha colto la coerenza di Visionarea con la sua attività di coraggioso sostegno alla cultura e a tutto quello che di positivo può generare: non a caso, la Fondazione è da anni impegnata nella costruzione di nuove forme di dialogo interculturale anche grazie all'arte, dimostrando quanto la bellezza sia un codice condivisibile.

"Visionarea è un’iniziativa unica a Roma: non solo uno spazio espositivo, non solo un luogo d’incontro fra onnivori della cultura, ma molto altro ancora -afferma Emanuele- un incubatore d’idee, un osservatorio privilegiato sull’arte contemporanea e, in un futuro si spera non lontano, un polo di produzione di progetti per artisti di tutto il Mondo". La mostra fotografica di Liu Xiaofang è incentrata sui concetti di memoria, di tempo e spazio, sul rapporto tra sogno e realtà, sulle analisi e le riflessioni sull’essere umano e la sua esistenza. Xiaofang, laureata presso il Dipartimento di Fotografia dell’Accademia Centrale di Pechino, attraverso l’utilizzo di una fotocamera reflex digitale e di una analogica medioformato, di un computer e di uno scanner per negativi, costruisce le sue opere come superfici narranti, come un 'teatro della memoria' necessario ad attraversare il tempo passato, per confrontarsi con il presente e guardare a possibili prospettive future.

"La mostra di Liu Xiaofang è un viaggio nella memoria interiore -spiega Emanuele- in un luogo dell’anima in cui la figura femminile, bambina, quindi scevra da ogni sovrastruttura, si muove quasi come Alice nel Paese delle Meraviglie, trovando motivo di suggestione nei ricordi degli scenari passati, che diventano stimolo per l’immaginazione. Il tutto, strizzando l’occhio alla tradizione pittorica cinese, ai suoi colori pastello e alla forma del cerchio che racchiude tutte le opere". Un viaggio onirico, quello dell’artista cinese, che si muove nei sentieri dei ricordi dell’infanzia, 'Remember' è proprio il ciclo di lavori che l’ha resa più famosa, per ricreare delle immagini algide e al contempo intense, gelide e taglienti, volutamente fredde ma ricche di tensioni fisiche. Nei suoi lavori Lui Xiaofang assume un orientamento linguistico, semiotico, percettivo: il suo interesse principale è quello di lavorare sulla configurazione dell'opera, sui rapporti sottili e difficili tra spazio e immagine.

Il paesaggio, con gli azzurri del cielo e del mare, i bianchi dei ghiacciai, il verde delle campagne, diventa deposito e stratificazione di segni, documentazione e informazione sulla realtà e una possibile metarealtà, lo spazio fisico in cui galleggia sognante una solitaria bambina, che nel suo itinerario d’indagine e scarnificazione della memoria è accompagnata da un aereo, un suo relitto, un missile, una lampadina, e altro. Riflessioni giocate sui margini del limite, sui territori di confine che attraversano il tempo passato, presente e futuro, sulle fragili presenze liminali, sulla soglia tra realtà e impossibilità, su enigmi, suggestivi e affascinanti, sempre in bilico su altre realtà e altri mondi.

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