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I Sommelier alle prese con la perdita di gusto e olfatto. A Yale la scoperta di un nuovo farmaco

29 aprile 2022 | 10.00
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Alla “Yale School of Medicine” gli scienziati lavorano al deficit di gusto e olfatto da SARS-CoV-2. La metà dei pazienti colpiti in forma lieve dichiara di recuperare del tutto; dieci su cento non migliorano.

I Sommelier alle prese con la perdita di gusto e olfatto. A Yale la scoperta di un nuovo farmaco

È una bella notizia per gli addetti ai lavori del mondo del vino la recente scoperta degli scienziati di Yale, quella di un nuovo farmaco che può prevenire la perdita del gusto e dell'olfatto nei pazienti affetti da Covid-19. Lo rivela The Drinks Business che riporta come i ricercatori della Yale School of Medicine partendo da una ricerca mirata sulla carica virale da Coronavirus siano arrivati a risultati sorprendenti rispetto alla perdita del gusto e dell'olfatto.

Uno dei sintomi che sin dall’inizio della pandemia ha identificato l’infezione da Covid-19 è stata proprio l'anosmia, chiara evidenza di positività al virus. Anche se uno degli aspetti meno gravi della malattia, la perdita di gusto e olfatto è per chi opera nel settore del vino, della ristorazione e più in generale dell’ospitalità, quantomeno fastidiosa e invalidante. Possiamo affermare che per un sommelier l’evento sia paragonabile al grave infortunio dell’atleta: egli infatti si affida la naso e al palato per lavoro, per consigliare vini e abbinamenti, ma anche in ambito strettamente personale per godersi uno dei grandi piaceri della vita.

Ecco perché lo studio dei ricercatori di Yale solleva tanto entusiasmo. I risultati iniziali della ricerca hanno indicato come il “Camostat mesilato”, farmaco generalmente usato per trattare la pancreatite, sia stato meno efficace nel ridurre la gravità della malattia, mentre sia risultato interessante nel prevenire il deficit di gusto e olfatto nei pazienti positivi al Coronavirus in un forma lieve-moderata. La sperimentazione clinica ha coinvolto 70 pazienti che sono stati trattati con il farmaco indicato, quattro volte al giorno per sette giorni.

Senza dubbio un motivo valido per giustificare ulteriori studi in merito.

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