Contrastarlo , per le persone oneste e per lo Stato, "non solo è possibile ma è un preciso dovere". Nella prolusione che apre i lavori del consiglio permanente, il presidente della Cei interviene anche sulla 'teoria gender' che "si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione, ma in realtà pone la scure alla radice stessa dell’umano"
Reagire contro la corruzione dilagante in Italia non solo è possibile ma è un preciso dovere. E' l'impegno richiamato dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione che apre i lavori del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana. "Torniamo a far eco alle parole di Papa Francesco a Napoli - ricorda l'arcivescovo di Genova - Parole di altissima condanna del malcostume e del malaffare che sembrano diventati un 'regime' talmente ramificato da essere intoccabile".
Osserva il cardinale Bagnasco: "Esempi ne emergono ogni giorno: come corpi in stato di corruzione, ammorbano l’aria che si respira, avvelenano la speranza e indeboliscono le forze morali. È un destino fatale? Si può reagire?", si chiede il presidente della Cei, rispondendo: "Senza dubbio, diciamo che si deve reagire e che ciò è possibile. Tutti siamo interessati al bene comune e tutti ne siamo responsabili con i nostri comportamenti. Naturalmente ognuno a livelli e con modalità diverse: politica e magistratura, industria e finanza, impresa e sindacati, associazioni e media, volontariato, gruppi e singoli cittadini".
Bagnasco afferma che "ogni soggetto ha il dovere di fare del proprio meglio per il bene della gente che è in gravi difficoltà e che spesso è stremata: se l’onestà è un valore sempre e comunque, che misura la dignità delle persone e delle istituzioni, oggi le difficoltà di quanti si trovano a lottare per sopravvivere insieme alla propria famiglia sono un ulteriore motivo perché la disonestà non solo non sia danno comune, ma anche non sia offesa gravissima per i poveri e gli onesti. Ciò - sottolinea il cardinale - è insopportabile!".
Il presidente della Cei dà poi voce "alla preoccupazione di moltissimi genitori e non solo per la dilagante colonizzazione da parte della cosiddetta 'teoria del gender', 'sbaglio della mente umana' come ha detto Papa Francesco a Napoli", chiedendo "un risveglio della coscienza individuale e collettiva". Se "il gender si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione - avverte il cardinale Bagnasco - in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano, per edificare un 'transumano' in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità".
Il presidente della Cei si scaglia contro chi intende "costruire delle persone fluide, che pretendano che ogni loro desiderio si trasformi in bisogno e quindi diventi diritto: individui fluidi per una società fluida e debole. Una manipolazione da laboratorio - denuncia Bagnasco - dove inventori e manipolatori fanno parte di quella 'governance' mondiale che va oltre i governi eletti e che spesso rimanda ad organizzazioni non governative che, come tali, non esprimono nessuna volontà popolare".
Si chiede il cardinale Bagnasco: "Vogliamo questo per i nostri bambini, ragazzi, giovani? Genitori che ascoltate, volete questo per i vostri figli? Che a scuola, fin dall’infanzia, ascoltino e imparino queste cose, così come avviene in altri Paesi d’Europa?". Il presidente della Cei sottolinea che "reagire è doveroso e possibile; basta essere vigili, senza lasciarsi intimidire da nessuno, perché il diritto di educare i figli nessuna autorità scolastica, legge o istituzione politica può pretendere di usurparlo. È necessario un risveglio della coscienza individuale e collettiva, della ragione dal sonno indotto a cui è stata via via costretta".
Parole forti del cardinale Bagnasco anche sul terrorismo di marca fondamentalista islamica. "La religione non può mai essere impugnata per uccidere o fare violenza: invocare il nome di Dio per tagliare le gole è una bestemmia che grida al cospetto del cielo e della terra". E' quanto sottolinea il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione che apre i lavori del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, affermando comunque che "il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani". Afferma il cardinale Bagnasco: "Non possiamo non rimanere dolorosamente attoniti di fronte alla persecuzione contro i cristiani che cresce e si incrudelisce. Il mondo della fede, del buon senso comune, il mondo dell’umano, rimane sconcertato e percosso".