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Il cardinale Bagnasco: "Italia reagisca contro la corruzione, un regime di malaffare ramificato"

23 marzo 2015 | 16.02
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Contrastarlo , per le persone oneste e per lo Stato, "non solo è possibile ma è un preciso dovere". Nella prolusione che apre i lavori del consiglio permanente, il presidente della Cei interviene anche sulla 'teoria gender' che "si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione, ma in realtà pone la scure alla radice stessa dell’umano"

Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei (foto Infophoto)
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei (foto Infophoto)

Reagire contro la corruzione dilagante in Italia non solo è possibile ma è un preciso dovere. E' l'impegno richiamato dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione che apre i lavori del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana. "Torniamo a far eco alle parole di Papa Francesco a Napoli - ricorda l'arcivescovo di Genova - Parole di altissima condanna del malcostume e del malaffare che sembrano diventati un 'regime' talmente ramificato da essere intoccabile".

Osserva il cardinale Bagnasco: "Esempi ne emergono ogni giorno: come corpi in stato di corruzione, ammorbano l’aria che si respira, avvelenano la speranza e indeboliscono le forze morali. È un destino fatale? Si può reagire?", si chiede il presidente della Cei, rispondendo: "Senza dubbio, diciamo che si deve reagire e che ciò è possibile. Tutti siamo interessati al bene comune e tutti ne siamo responsabili con i nostri comportamenti. Naturalmente ognuno a livelli e con modalità diverse: politica e magistratura, industria e finanza, impresa e sindacati, associazioni e media, volontariato, gruppi e singoli cittadini".

Bagnasco afferma che "ogni soggetto ha il dovere di fare del proprio meglio per il bene della gente che è in gravi difficoltà e che spesso è stremata: se l’onestà è un valore sempre e comunque, che misura la dignità delle persone e delle istituzioni, oggi le difficoltà di quanti si trovano a lottare per sopravvivere insieme alla propria famiglia sono un ulteriore motivo perché la disonestà non solo non sia danno comune, ma anche non sia offesa gravissima per i poveri e gli onesti. Ciò - sottolinea il cardinale - è insopportabile!".

Il presidente della Cei dà poi voce "alla preoccupazione di moltissimi genitori e non solo per la dilagante colonizzazione da parte della cosiddetta 'teoria del gender', 'sbaglio della mente umana' come ha detto Papa Francesco a Napoli", chiedendo "un risveglio della coscienza individuale e collettiva". Se "il gender si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione - avverte il cardinale Bagnasco - in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano, per edificare un 'transumano' in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità".

Il presidente della Cei si scaglia contro chi intende "costruire delle persone fluide, che pretendano che ogni loro desiderio si trasformi in bisogno e quindi diventi diritto: individui fluidi per una società fluida e debole. Una manipolazione da laboratorio - denuncia Bagnasco - dove inventori e manipolatori fanno parte di quella 'governance' mondiale che va oltre i governi eletti e che spesso rimanda ad organizzazioni non governative che, come tali, non esprimono nessuna volontà popolare".

Si chiede il cardinale Bagnasco: "Vogliamo questo per i nostri bambini, ragazzi, giovani? Genitori che ascoltate, volete questo per i vostri figli? Che a scuola, fin dall’infanzia, ascoltino e imparino queste cose, così come avviene in altri Paesi d’Europa?". Il presidente della Cei sottolinea che "reagire è doveroso e possibile; basta essere vigili, senza lasciarsi intimidire da nessuno, perché il diritto di educare i figli nessuna autorità scolastica, legge o istituzione politica può pretendere di usurparlo. È necessario un risveglio della coscienza individuale e collettiva, della ragione dal sonno indotto a cui è stata via via costretta".

Parole forti del cardinale Bagnasco anche sul terrorismo di marca fondamentalista islamica. "La religione non può mai essere impugnata per uccidere o fare violenza: invocare il nome di Dio per tagliare le gole è una bestemmia che grida al cospetto del cielo e della terra". E' quanto sottolinea il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione che apre i lavori del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, affermando comunque che "il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani". Afferma il cardinale Bagnasco: "Non possiamo non rimanere dolorosamente attoniti di fronte alla persecuzione contro i cristiani che cresce e si incrudelisce. Il mondo della fede, del buon senso comune, il mondo dell’umano, rimane sconcertato e percosso".

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