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Milano: il sociologo, crisi ha fatto scoppiare tensioni latenti

09 aprile 2015 | 16.07
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Per Nicola Ferrigni, docente di Sociologia della Link Campus University e direttore di Link Lab, autore del maxi studio sui suicidi per crisi economica, drammi come quello che si è consumato a Milano sono il segnale di "una pentola a pressione che è scoppiata"

Dopo sette anni di crisi "è come una pentola a pressione che è scoppiata: è vero, ci sono segnali di ripresa ma in questi anni si è accumulata troppa tensione e ora emergono i primi segnali". Così Nicola Ferrigni, docente di Sociologia della Link Campus University e direttore di Link Lab, autore dello studio sui suicidi per crisi economica, commenta con l'Adnkronos le notizie in arrivo dal Palazzo di Giustizia di Milano.

"C'è una tensione latente ancora alta", aggiunge, ricordando l'incremento dei casi di 'suicidio economico': "Siamo passati dagli 89 del 2012 ai 209 del 2014, e va tenuto conto che si tratta solo di casi di suicidio 'verificati'. C'è poi anche un alto numero di morti 'oscure', che non vengono classificate come suicidi ma che sarebbero legate alla crisi economica". "Il dato che sorprende - osserva - è che il fenomeno è ormai trasversale a livello geografico: un tempo il picco era nel NordEst, oggi invece al Sud, al Centro e al Nord le percentuali sono le stesse. E se un tempo il fenomeno riguardava praticamente solo gli imprenditori oggi quasi la metà dei suicidi sono di lavoratori".

A far scoppiare questa 'pentola a pressione' - spiega Ferrigni - "c'è un livello di pressione fiscale elevatissima, ma anche la lentezza sia delle procedure fallimentari che nella riscossione del credito". Una lentezza della giustizia che - conclude - "è una macchia nera che grava da sempre sull'Italia, e ora, come sul fronte della pressione fiscale, bisogna davvero che lo Stato faccia qualcosa".

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