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Buoni Pasto: imprese, lettera a Mise e min. Lavoro, riforma o sarà sciopero

05 febbraio 2020 | 16.04
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Il tavolo delle associazioni riunite oggi (foto Adnkronos/Labitalia)
Il tavolo delle associazioni riunite oggi (foto Adnkronos/Labitalia)

Sciopero nell'accettazione dei buoni pasto. E' la possibilità che le imprese della distribuzione e della ristorazione del nostro Paese – Fipe Confcommercio, Federdistribuzione, ANCC Coop, ANCD Conad, FIDA e Confesercenti– per la prima volta riunite in un tavolo di lavoro congiunto, hanno annunciato di tenere pronta se il governo non risponderà alla richiesta lanciata oggi "di una profonda riforma del settore dei buoni pasto, a partire dalla revisione del codice degli appalti nella pubblica amministrazione".

E per questo motivo le organizzazioni hanno scritto congiuntamente una lettera ai ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro, per "L'attivazione, non in tempo biblici di un tavolo per rilanciare il settore". Altrimenti, annunciano le associazioni "la stagione dei buoni pasto potrebbe essere destinata a concludersi presto".

Secondo le organizzazioni infatti "il sistema dei buoni pasto è al collasso e se non ci sarà un'inversione di rotta immediata, quasi tre milioni di dipendenti pubblici e privati potrebbero vedersi negata la possibilità di pagare il pranzo o la spesa con i ticket".

L'attuale sistema, infatti, accusano le associazioni "genera una tassa occulta del 30% sul valore di ogni buono pasto a carico degli esercenti. In pratica, tra commissioni alle società emettitrici e oneri finanziari, i bar, i ristoranti, i supermercati e i centri commerciali perdono 3mila euro ogni 10mila euro di buoni pasto incassati che accettano".

"È evidente -sottolineano le associazioni- che lo Stato non può far pagare la propria spending review alle nostre imprese. Così facendo si mette a rischio un sistema che dà un servizio importante a 3 milioni di lavoratori ogni giorno e si mettono in ginocchio decine di migliaia di imprese, tra pubblici esercizi, piccola e grande distribuzione commerciale. Nessuno può dimenticare che il buono pasto è un servizio che già gode di agevolazioni importanti in termini di decontribuzione e defiscalizzazione".

Ma le iniziative non si fermano qui. Il tavolo, da un lato promuove una campagna di comunicazione congiunta che interesserà tutti gli esercizi della ristorazione e della distribuzione commerciale, dall'altro ha deciso di avviare "un’azione di responsabilità nei confronti di Consip per aver ignorato i campanelli d'allarme in merito alla vicenda Qui!Group, azienda leader dei buoni pasto alla pubblica amministrazione che, dopo essere stata dichiarata fallita a settembre 2018, ha lasciato 325 milioni di euro di debiti, di cui circa 200 milioni nei confronti degli esercizi convenzionati", concludono le organizzazioni di categoria.

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