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Imprese: Nomisma, in Emilia Romagna nel 2015 oltre il 60% ha innovato

14 gennaio 2016 | 17.25
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Imprese: Nomisma, in Emilia Romagna nel 2015 oltre il 60% ha innovato

"Nell’ultimo anno oltre il 60% delle imprese emiliano-romagnole ha introdotto almeno un’innovazione, con benefici e ricadute positive non solo per l’economia aziendale, ma anche per il territorio". E' quanto ha sottolineato Silvia Zucconi, coordinatore consumer insight di Nomisma che ha presentato oggi a Bologna la ricerca 'Innovazione, quali elementi di attrazione per il consumatore italiano?', nell'ambito del 'Growing seeds forum', il ciclo di seminari organizzato dal centro studi economici di Strada Maggiore, con il supporto di Philip Morris Italia.

"Innovazione significa progresso" ha aggiunto Zucconi, rimarcando che "7 aziende su 10 che introducono innovazioni segnalano un significativo incremento del risultato economico".

"Ma i benefici sono percepiti in modo chiaro anche dai consumatori: l’82% degli italiani - ha proseguito - pensa che la capacità di innovazione delle imprese implichi un cambiamento positivo nella vita di tutti i giorni, oltre ad essere un fattore determinante per la crescita del Paese". Di questo è infatti convinto il 94% degli intervistati dall'indagine.

Secondo l’Innovation Scoreboard, indice basato su 25 fattori di innovazione di un territorio, delle imprese e della comunità, i Paesi leader sono Svezia, Danimarca, Finlandia e Germania.L’Italia è solo 19esima in classifica, ma posiziona 3 regioni sul podio nel gruppo 'inseguitori dell’innovazione': l’Emilia Romagna, insieme a Piemonte e Friuli Venezia Giulia.

L'Emilia Romagna mostra, dunque, valori sopra la media nazionale sia per l’elevata capacità delle imprese di realizzare innovazione al proprio interno, sia per la quota percentuale di imprese che operano su prodotti e filiere hi-tech. Non a caso è stata scelta come territorio su cui investire da grandi gruppi internazionali.

"L’innovazione deriva dalla capacità di pensare in modo creativo e vedere un mondo migliore - ha affermato Mauro Sirani Fornasini, ad di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna - come azienda abbiamo impostato la nostra strategia sulla capacità di guidare il cambiamento e proporre sempre qualcosa di nuovo, attraverso l’innovazione tecnologica, ma anche organizzativa". "Questo - ha concluso Sirani - per essere sempre preparati ad intercettare e cogliere nuove opportunità, come nel caso del nuovo prodotto che viene realizzato a Bologna per tutto il mondo".

Tra i punti di attenzione della ricerca anche l’innovazione di cui proprio il gruppo Philip Morris è protagonista in questi anni a Bologna, grazie alla realizzazione, nel nuovo stabilimento di Crespellano, di prodotti da fumo basati sul riscaldamento del tabacco, anziché sulla combustione.

Dallo studio emerge, nello specifico, che 3 italiani su 4 chiedono un maggiore livello di informazione rispetto a prodotti potenzialmente in grado di ridurre i rischi per la salute. Oltre il 60% degli intervistati chiede, in questo senso, normative chiare e adeguate. "Innovazione - ha rimarcato, infatti, anche l'assessore alle attività produttive della Regione Emilia Romagna Palma Costi - non significa solo nuovi prodotti e processi ma significa educare e orientare il consumatore a nuovi prodotti, a nuovi utilizzi dei prodotti stessi".

Per questo motivo, "l'attenzione - ha concluso Costi - deve essere massima non solo al creare un tessuto produttivo che fa dell’innovazione la leva per la competitività globale, ma pari sforzi devono essere concentrati sulle persone e sull’educazione del tessuto sociale in modo tale che sia in grado di rispondere ai cambiamenti e capace di migliorare la vita".

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