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In Artico e Siberia tra le più grandi deviazioni di temperatura del 2020

08 gennaio 2021 | 16.39
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(Ipa/Fotogramma)
(Ipa/Fotogramma)

Nel 2020, parti dell'Artico e della Siberia settentrionale hanno visto alcune delle più grandi deviazioni della temperatura annuale dalla media nel 2020, con un'ampia regione che ha registrato deviazioni fino a 3° C e in alcune località anche oltre 6° C per l'intero anno. Su base mensile, le maggiori anomalie di temperatura positive al di sopra dello zero nella regione hanno ripetutamente raggiunto più di 8° C.

La Siberia occidentale ha vissuto un inverno e una primavera eccezionalmente caldi, un andamento osservato anche durante l'estate e l'autunno nell'Artico siberiano e su gran parte dell'Oceano Artico. Lo rileva Copernicus Climate Change Service.

Inoltre, in questa regione la stagione degli incendi è stata insolitamente attiva: è iniziata a maggio ed è continuata per tutta l'estate, fino ad autunno inoltrato. Di conseguenza, al Circolo Polare Artico gli incendi nel 2020 hanno rilasciato una quantità record di 244 mega tonnellate di anidride carbonica, oltre un terzo in più rispetto al record del 2019. Durante la seconda metà dell'anno, la dimensione della calotta polare artica è stata significativamente inferiore alla media per il periodo dell'anno con luglio e ottobre che hanno registrato una bassa estensione da record.

In generale, l'emisfero settentrionale ha registrato temperature superiori alla media per l'anno, ad eccezione di una regione sul centro Nord Atlantico. Al contrario, parti dell'emisfero australe hanno registrato temperature inferiori alla media, in particolare nel Pacifico equatoriale orientale, associate alle condizioni più fresche di La Niña che si sono sviluppate durante la seconda metà dell'anno. È interessante notare che il 2020 eguaglia il record del 2016 nonostante il raffreddamento causato da La Niña, mentre il 2016 è stato un anno record che è iniziato con un forte riscaldamento di El Niño.

"Il 2020 si distingue per le temperature eccezionalmente calde nell'Artico e un numero record di tempeste tropicali nel Nord Atlantico - commenta Carlo Buontempo, direttore di Copernicus Climate Change Service - Non sorprende che l'ultimo decennio sia stato il più caldo mai registrato. Tutto ciò evidenzia l'urgenza di ridurre drasticamente le emissioni per prevenire impatti climatici negativi in futuro".

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