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Italiani in radio, Mogol sta con la Lega

26 febbraio 2019 | 12.54
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Il presidente della Siae scrive ai suoi associati

(Foto dal sito ufficiale di Sanremo 20019)
(Foto dal sito ufficiale di Sanremo 20019)

Mogol è d'accordo con la Lega: bisogna puntare sulla musica italiana e tutelare la nostra tradizione. Il presidente della Siae ha scritto così una lettera ai suoi associati in cui chiede di appoggiare la proposta di legge a prima firma Alessandro Morelli, presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera, che prevede che in radio una canzone su tre sia italiana.

"Cari Associati, da qualche settimana si parla molto di una proposta di legge dal titolo 'Disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana'". Inizia così la lettera di Giulio Rapetti Mogol, nella quale si chiede che "le emittenti radiofoniche, nazionali e private debbano riservare almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia".

Una proposta di legge, sottolinea il presidente della Siae, che "richiama altri esempi in Europa, come il sistema delle quote, utilizzato da molto tempo in Francia, dove dal 1994 le radio sono obbligate a trasmettere musica francese per una percentuale pari almeno al 40% della programmazione giornaliera". E ricordando che si tratta di un argomento "ampio e complesso", "già affrontato in passato con diverse proposte", fa presente come "in base ai nostri dati medi di ripartizione dei diritti d'autore, relativi al periodo 2010-2017, su dieci stazioni radiofoniche, soltanto quattro rispetterebbero la soglia del 33% della proposta di legge dell'onorevole Morelli". Insomma, "tale iniziativa avrebbe dunque un impatto positivo sul mercato radiofonico italiano, generando maggiori introiti in diritti d'autore e in diritti connessi e contribuendo ad aumentare la quantità di musica prodotta in Italia", scrive ancora Mogol che conclude: "Come sapete, promuovere la musica italiana significa infatti sostenere l'industria culturale del nostro Paese e quindi le tante persone che ci lavorano. Per questo motivo chiedo a tutti voi di contribuire a questa battaglia per la valorizzazione della nostra musica nelle radio. Qualsiasi vostra iniziativa sarà preziosa affinché si affermi il principio che la musica italiana fa parte del nostro patrimonio culturale e in quanto tale va valorizzata e difesa".

E' d'accordo Pippo Baudo: "Bravo Mogol! Lo fanno in tutti gli altri paesi, in Francia ad esempio la protezione della musica nazionale è eccezionale. Fissare una quota significativa per la musica italiana nelle radio italiane mi sembra un'ottima intuizione, non all'insegna dell'autarchia ma della giusta difesa del prodotto nazionale". E' per la "libertà di scelta" da parte delle radio Max Gazzè. "Penso debba essere una scelta artistica della radio", ha spiegato all'Adnkronos sottolineando: "Capisco le ragioni e, magari andando anche contro i miei interessi, dico che la musica non deve avere queste forme di barriere. In Italia c'è varietà in radio, ci sono quelle che trasmettono solo musica italiana oppure solo dance o rock. Immagina se in una di queste emittenti dopo due canzoni ne passa una di Max Gazzè...".

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