cerca CERCA
Sabato 27 Aprile 2024
Aggiornato: 02:23
10 ultim'ora BREAKING NEWS

India: vittima di uno stupro muore dopo 42 anni in stato vegetativo

18 maggio 2015 | 10.12
LETTURA: 4 minuti

La notte del 27 novembre 1973, l'infermiera Aruna Shanbaug fu aggredita da un addetto alle pulizie. Subì diversi danni al cervello e rimase paralizzata, da allora si trovava in stato vegetativo. L'uomo fu condannato a 7 anni di carcere per rapina e aggressione.

Una marcia silenziosa contro lo stupro di gruppo di una suora di 72 anni a Calcutta a marzo - (Foto Xinhua)
Una marcia silenziosa contro lo stupro di gruppo di una suora di 72 anni a Calcutta a marzo - (Foto Xinhua)

Dopo 42 anni di sofferenze, Aruna Shanbaug, riposa in pace. Vittima di un violento stupro nel 1973 che l'aveva ridotta in uno stato praticamente vegetativo, la donna è stata a lungo al centro di un caso celebre sul diritto all'eutanasia in India. Aruna era una giovane infermiera di 25 anni del King Edward Memorial Hospital di Mumbai, in procinto di sposarsi con un medico, quando una sera fu aggredita alle spalle sul lavoro da un addetto delle pulizie. L'uomo, Sohanlal Bhartha Walmiki, le strinse il collo con una catena per cani mentre la sodomizzava. Il semi soffocamento danneggiò per sempre il cervello della giovane.

Cieca, semiparalizzata, nutrita con un sondino, Aruna a volte piangeva o gridava, ma non aveva altro rapporto con l'esterno. La sua famiglia l'ha a poco a poco abbandonata, il fidanzato ha sperato per quattro anni ma poi si è sposato con un'altra. Ma le sue colleghe hanno sempre accudita in un letto dell'ospedale dove aveva lavorato. Questa mattina, due settimane prima del suo 68esimo compleanno, la donna è morta per una polmonite, dopo essere stata la persona vissuta più a lungo in stato vegetativo.

La terribile condizione dell'infermiera stuprata diventò un caso nazionale in India grazie alla giornalista Pinki Virani, che nel 1998 scrisse il libro "La storia di Aruna" e poi avviò una battaglia giudiziaria in favore dell'eutanasia della donna. La Corte Suprema indiana riconobbe che l'infermiera rispondeva "alla maggior parte dei criteri di uno stato vegetativo permanente ", ma il 7 marzo 2011 negò l'eutanasia attiva. Le infermiere dell'ospedale, che si erano opposte alla Virani, continuarono ad accudire la collega. La sentenza tuttavia stabilì per la prima volta in India le condizioni per le quali è possibile un'eutanasia passiva, ovvero la cessazione del nutrimento via sondino.

Quanto allo stupratore, l'uomo ha scontato una pena di sette anni per furto e tentato omicidio. All'epoca non fu fatta menzione dello stupro al processo, forse per proteggere la reputazione della giovane, ma questo fatto ridusse la pena dell'assalitore. Walmiki cambiò poi nome e fece perdere le sue tracce dopo la scarcerazione.

Oggi, mentre l'ospedale lancia un appello per trovare parenti ancora in vita di Aruna, la tragica storia di questa infermiera continua a commuovere gli indiani. "Vorrei ringraziare Dio - ha detto Pinki Virani - perchè tutte le sue sofferenze sono ora cessate". Su Twitter molti chiedono di riaprire il dibattito sull'eutanasia, mentre altri augurano ad Aruna di riposare finalmente in pace o ricordano come la donna sia anche simbolo della terribile piaga degli stupri violenti in India.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza