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Spara 4 colpi contro il rivale in amore

28 novembre 2018 | 08.16
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(Fotogramma)
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Quattro colpi di pistola contro il 'rivale' in amore con tanto di inseguimento. Per questo R. L., pluripregiudicato di 29 anni, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Brindisi, in collaborazione le compagnie di Brindisi e San Vito dei Normanni, perché ritenuto responsabile di tentato omicidio, con l’aggravante di aver utilizzato un’arma da fuoco. Nei suoi confronti era stata emessa dal gip del Tribunale di Brindisi, su richiesta della locale procura, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
L’indagine, svolta sotto il coordinamento e la direzione della procura Brindisi, è stata avviata il 16 maggio 2017, a seguito del tentato omicidio di un 34enne, pregiudicato del luogo. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l'arrestato, a bordo di uno scooter di grossa cilindrata, nel corso di un inseguimento, avrebbe esploso quattro colpi di pistola calibro 38 contro l’autovettura guidata dal 34enne.

L'arrestato sarebbe stato successivamente speronato e sarebbe stato vittima di un'altra azione di fuoco da parte di una terza persona, tuttora ignota, che, a bordo di un’utilitaria, ne ha provocato la caduta a terra. Il movente sarebbe riconducibile a questioni di natura passionale legate a una donna contesa.
L’attività d’indagine, condotta fino a settembre 2018, ha consentito di evidenziare, attraverso l’esame balistico, che solo due dei quattro proiettili esplosi hanno raggiunto l’auto inseguita. Uno di questi, potenzialmente letale, dopo aver penetrato la carrozzeria del portellone posteriore, è fuoriuscito, attraversando la cappelliera in sei punti, per poi impattare e terminare il suo moto contro lo schienale dei sedili posteriori.
Dall’esame del dna, rinvenuto sugli occhiali e sul casco repertati vicino alla scena del crimine, è emerso un profilo genetico maschile compatibile con quello dell’indagato.

L'uomo, secondo gli inquirenti, aveva la ferma volontà di colpire a morte la vittima, infatti si era procurato un veicolo potente e maneggevole a trasmissione automatica capace di raggiungere velocità ragguardevoli, con cui districarsi agevolmente nel traffico urbano. Un mezzo che gli avrebbe permesso di utilizzare la pistola durante la guida.

L’uso dello scooter rispondeva quindi a varie funzioni: inseguire la vittima, utilizzare la pistola esplodendogli i colpi contro e assicurarsi la fuga e l’impunità grazie al casco, se non fosse caduto a seguito dell’intervento del conducente di una Fiat intervenuto a supporto della vittima. Solo una fatalità dunque scongiurò che le conseguenze dell’azione fossero più gravi.

L'agguato è avvenuto intorno alle 15.00 di un giorno di maggio quindi, in un pomeriggio primaverile in cui le persone si riversano per le strade del quartiere, il rione Bozzano che è densamente popolato. Uno dei colpi colpì accidentalmente un furgone parcheggiato per strada e avrebbe potuto tranquillamente colpire un passante determinando una tragedia. Il movente è la rivalità per una donna contesa alla vittima.

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