Gaza, Netanyahu convoca gabinetto sicurezza: domani decisione sull'occupazione

Trump: "Occupazione Striscia? Dipende da Israele". Camion di aiuti si ribalta sulla folla a Nusseirat, 20 morti. Media: "Israele vieta a mufti Gerusalemme ingresso moschea Al-Aqsa per 6 mesi"

Esercito israeliano al confine con Gaza - Afp
Esercito israeliano al confine con Gaza - Afp
06 agosto 2025 | 09.20
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non interferirà con i piani israeliani di occupare l'intera Striscia di Gaza. "Dipenderà in gran parte da Israele", ha detto infatti riguardo la proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu (che dovrà ricevere l'approvazione definitiva del governo entro la fine della settimana) di prendere il controllo dell'intera enclave, anche se questo metterebbe in pericolo la vita degli ostaggi rimasti nelle zone non ancora conquistate dall'esercito.

Il leader Usa ha quindi affermato che il suo obiettivo principale è quello di sfamare gli abitanti di Gaza "che evidentemente non se la passano molto bene con il cibo". Trump ha aggiunto che "Israele ci aiuterà in termini di distribuzione e anche di denaro, così come gli Stati arabi".

Il premier israeliano ha intanto convocato per domani alle 17 ora italiana, le 18 ora locale, il gabinetto di sicurezza che dovrà decidere sull'occupazione, ha riferito il Times of Israel. La riunione si terrà nell'ufficio del premier a Gerusalemme.

Generale Idf: "Già occupata Striscia, è politica senza logica militare"

Israele occupa già la Striscia di Gaza, ma si rifiuta di consentire un cambio di governo nella Striscia. Lo ha dichiarato alla radio israeliana Israel Ziv, maggiore generale in carica ed ex capo della direzione delle operazioni dell'Idf, esprimendo frustrazione per il modo in cui Israele sta conducendo le operazioni a Gaza. "La Striscia di Gaza è già occupata", ha detto Ziv. "È stata occupata diverse volte. Abbiamo occupato ogni luogo quattro o cinque volte finora... Abbiamo creato le condizioni per un cambio di governo dopo un'operazione militare. Per bonificare la palude, non per dare la caccia alle zanzare. Non ho mai sentito di un esercito vittorioso che dia la caccia a ogni singolo terrorista o arma. A questo punto, non si tratta di un'operazione militare. È politica senza logica militare".

"Siamo andati in guerra per creare le condizioni per apportare cambiamenti nella Striscia e quelle condizioni sono state create. Hamas non controlla la Striscia. È in clandestinità. Non combatte; non ha i mezzi per opporre resistenza. Il suo intero sistema militare e governativo è stato completamente smantellato", aggiunge, elencando due possibili opzioni su chi dovrebbe governare Gaza dopo Hamas: "La prima opzione è l'Autorità Nazionale Palestinese, che rappresenterebbe la più grande sconfitta di Hamas. La seconda rientra nel piano egiziano per un governo tecnico per i prossimi cinque anni. Gli egiziani sono pronti a contribuire alla sua creazione e ad addestrare agenti di polizia non appartenenti ad Hamas". Ad ogni modo, se la situazione lo richiedesse, l'Idf potrebbe intervenire.

Katz difende capo Idf dopo attacco figlio Netanyahu

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz prende intanto le difese del Capo di Stato Maggiore delle Idf, il Tenente Generale Eyal Zamir, accusato dal figlio del premier israeliano, Yair Netanyahu di essere dietro una "ribellione e un tentato colpo di stato militare". Nello stesso post su X, Netanyahu sembrava incolpare Katz, sottolineando che il Ministro della Difesa aveva scelto Zamir come capo delle Idf.

"Sì, esattamente come scritto, ho raccomandato Eyal Zamir per la posizione di Capo di Stato Maggiore delle Idf, e il primo ministro e il governo hanno approvato la mia raccomandazione", afferma Katz, citato dal Times of Israel. "Credevo che, al bivio in cui si trovava l'Idf, lui fosse il candidato più adatto a rafforzare e guidare le forze di fronte alle numerose sfide per la sicurezza che ci attendono, grazie alla sua concezione della sicurezza, alle sue capacità e alla sua vasta esperienza".

Ricordando i risultati ottenuti da Zamir nei cinque mesi trascorsi dal suo insediamento, Katz afferma che sotto la sua guida e quella della leadership politica, "l'Idf sta operando con forza e con una politica offensiva in Libano, Siria, Cisgiordania, Gaza e in altri teatri, e ci ha condotto a un attacco senza precedenti e vittorioso contro l'Iran".

Quanto infine al suo disaccordo con la leadership politica sull'approccio migliore per Gaza, è "diritto e dovere del capo dell'Idf esprimere la propria posizione nella sede appropriata" e poi attuare qualsiasi decisione presa dai leader israeliani, indipendentemente dalle sue opinioni, "come è stato finora".

Il ministro ha quindi sottolineato che, una volta che la classe politica avrà preso le decisioni, "le Idf le metteranno in atto".

Ieri, il capo di stato maggiore delle Idf Eyal Zamir ha presentato al primo ministro Benjamin Netanyahu diversi piani per espandere gradualmente le operazioni militari nella Striscia di Gaza, volti a fornire al governo la possibilità di sospendere i combattimenti qualora riprendessero le trattative per la presa degli ostaggi.

Camion di aiuti si ribalta sulla folla, 20 morti

La Difesa Civile di Gaza ha intanto denunciato la morte di 20 persone e il ferimento di decine di altre dopo che un camion carico di aiuti si è ribaltato sulla folla intorno alla mezzanotte.

"Il camion si è ribaltato mentre centinaia di civili attendevano aiuti alimentari nella zona di Nusseirat, nella parte centrale della Striscia", ha dichiarato all'Afp il portavoce della Protezione Civile Mahmoud Bassal, denunciando il fatto che "il camion era stato costretto dall'esercito israeliano a percorrere strade pericolose, precedentemente bombardate" e in pessime condizioni.

Hamas: "Altre 5 persone morte per fame"

Altre cinque persone sarebbero intanto morte per cause legate alle fame e alla malnutrizione nella Striscia nelle ultime 24 ore, ha reso noto il ministero della Salute controllato da Hamas, secondo cui sono in totale 193, tra cui 96 bambini, i morti per fame e malnutrizione nell'enclave palestinese.

Israele vieta a mufti Gerusalemme ingresso moschea Al-Aqsa per 6 mesi

Le autorità israeliane avrebbero intanto deciso di vietare al Gran Mufti di Gerusalemme e dei territori palestinesi occupati, lo sceicco Muhammad Hussein, di accedere alla moschea di Al-Aqsa per sei mesi. Lo scrive al Jazeera.

La decisione arriva pochi giorni dopo che il ministro della Sicurezza nazionale israeliano di estrema destra, Itamar Ben-Gvir, si è recato nel complesso della moschea di Al-Aqsa e vi ha pregato, violando un accordo sullo status quo del 1967.

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