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Cinema: Cailley, il mio 'Les Combattents' tra 'Casablanca' e 'Rambo 3'

10 aprile 2015 | 14.07
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Il regista a Roma per presentare il suo film al festival 'Rendez-vous': "Ho voluto raccontare una storia d'amore usando tre generi: la commedia, il film d'azione e quello di avventura, con un umorismo simile a quello di 'Amici miei' di Monicelli. Se dovessi girare con un attore italiano sceglierei la Claudia Cardinale di 50 anni fa. Chi altri se no?" (Videointervista)

Adele Haenel e Kevin Azais in 'Les Combattents'
Adele Haenel e Kevin Azais in 'Les Combattents'

"Avevo voglia di raccontare una storia d'amore, ma io non guardo storie d'amore al cinema. Ho voluto raccontare quindi questa storia con codici cinematografici diversi: il film d'azione, quello d'avventura e la commedia. Per questo poi la sensazione che si ha è di vedere una via di mezzo tra 'Casablanca' e 'Rambo 3'". Thomas Cailley racconta così all'Adnkronos la genesi del suo 'Les Combattents', film d'esordio del 34enne regista francese con Adele Haenel e Kevin Azais. La pellicola, rivelazione allo scorso Festival di Cannes e vincitrice di tre César, arriva a Roma in occasione del Festival del cinema francese 'Rendez-vous', accompagnata dal regista. (Videointervista)

Un film che racconta l'amore tra Arnaud e Madeleine con un linguaggio estremamente moderno e divertente. Ma anche molto 'atletico'. "Per ottenere questo risultato - racconta Cailley - ho avuto bisogno di un lungo 'addomesticamento' con gli attori, iniziato prima delle riprese. Abbiamo cercato di lavorare in modo molto 'fisico', Adele e Kevin hanno fatto sport, si sono interessati all'argomento. E poi abbiamo cercato il più possibile di girare non in ordine sparso, ma seguendo la cronologia della storia, in modo da fare entrare gli attori nei personaggi e nello sviluppo della storia stessa".

Nel miscuglio di generi che caratterizzano il film, quello che domina è la commedia, tipicamente francese, "ma anche molto italiana - afferma il regista - Ricordo 'Amici miei' di Mario Monicelli, il cui umorismo è molto vicino a quello di 'Les Combattents'. La commedia consente di affrontare problemi gravi con leggerezza e una cosa che a me piace molto è combinare le questioni esistenziali con le caratteristiche triviali dei personaggi: la collisione tra questi elementi crea questo genere".

Cailley però non vede nel cinema italiano di oggi un erede di Mario Monicelli: "Non so se ci sia qualcuno vicino a lui. Dei registi italiani di oggi mi piacciono Marco Bellocchio, Marco Tullio Giordana, tutti però lontani dalla commedia, un genere sul cui futuro serve una profonda riflessione. La vera domanda è: come è possibile ridere senza stupidità? La stupidità è una cosa che non mi piace e che purtroppo è presente in buona parte del cinema italiano di quello francese di oggi".

Quanto al rapporto tra il giovane cineasta francese e l'Italia "mi sembra molto bello oggi", dice guardando il panorama di Roma alle sue spalle. "Trovo Roma estremamente inebriante e ispirante - dice Cailley- ma in questo momento non girerei un film qui perché ho bisogno di avere un attaccamento forte al paesaggio in cui faccio le riprese. Per ora quindi il mio scenario è la Francia, poi vedremo". Alla domanda su quale attore o attrice italiana vorrebbe per un suo film, Cailley risponde senza esitazionei: "La Claudia Cardinale di cinquanta anni fa, chi altri mi consiglierebbe lei?", conclude sorridendo.

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