Il regista a Roma per presentare il suo film al festival 'Rendez-vous': "Ho voluto raccontare una storia d'amore usando tre generi: la commedia, il film d'azione e quello di avventura, con un umorismo simile a quello di 'Amici miei' di Monicelli. Se dovessi girare con un attore italiano sceglierei la Claudia Cardinale di 50 anni fa. Chi altri se no?" (Videointervista)
"Avevo voglia di raccontare una storia d'amore, ma io non guardo storie d'amore al cinema. Ho voluto raccontare quindi questa storia con codici cinematografici diversi: il film d'azione, quello d'avventura e la commedia. Per questo poi la sensazione che si ha è di vedere una via di mezzo tra 'Casablanca' e 'Rambo 3'". Thomas Cailley racconta così all'Adnkronos la genesi del suo 'Les Combattents', film d'esordio del 34enne regista francese con Adele Haenel e Kevin Azais. La pellicola, rivelazione allo scorso Festival di Cannes e vincitrice di tre César, arriva a Roma in occasione del Festival del cinema francese 'Rendez-vous', accompagnata dal regista. (Videointervista)
Un film che racconta l'amore tra Arnaud e Madeleine con un linguaggio estremamente moderno e divertente. Ma anche molto 'atletico'. "Per ottenere questo risultato - racconta Cailley - ho avuto bisogno di un lungo 'addomesticamento' con gli attori, iniziato prima delle riprese. Abbiamo cercato di lavorare in modo molto 'fisico', Adele e Kevin hanno fatto sport, si sono interessati all'argomento. E poi abbiamo cercato il più possibile di girare non in ordine sparso, ma seguendo la cronologia della storia, in modo da fare entrare gli attori nei personaggi e nello sviluppo della storia stessa".
Nel miscuglio di generi che caratterizzano il film, quello che domina è la commedia, tipicamente francese, "ma anche molto italiana - afferma il regista - Ricordo 'Amici miei' di Mario Monicelli, il cui umorismo è molto vicino a quello di 'Les Combattents'. La commedia consente di affrontare problemi gravi con leggerezza e una cosa che a me piace molto è combinare le questioni esistenziali con le caratteristiche triviali dei personaggi: la collisione tra questi elementi crea questo genere".
Cailley però non vede nel cinema italiano di oggi un erede di Mario Monicelli: "Non so se ci sia qualcuno vicino a lui. Dei registi italiani di oggi mi piacciono Marco Bellocchio, Marco Tullio Giordana, tutti però lontani dalla commedia, un genere sul cui futuro serve una profonda riflessione. La vera domanda è: come è possibile ridere senza stupidità? La stupidità è una cosa che non mi piace e che purtroppo è presente in buona parte del cinema italiano di quello francese di oggi".
Quanto al rapporto tra il giovane cineasta francese e l'Italia "mi sembra molto bello oggi", dice guardando il panorama di Roma alle sue spalle. "Trovo Roma estremamente inebriante e ispirante - dice Cailley- ma in questo momento non girerei un film qui perché ho bisogno di avere un attaccamento forte al paesaggio in cui faccio le riprese. Per ora quindi il mio scenario è la Francia, poi vedremo". Alla domanda su quale attore o attrice italiana vorrebbe per un suo film, Cailley risponde senza esitazionei: "La Claudia Cardinale di cinquanta anni fa, chi altri mi consiglierebbe lei?", conclude sorridendo.