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Investire nei vini rari o fine wine. Perché, e come si fa?

L’Italia si conferma Paese di vini rari e di investimenti possedendo il 16% del mercato globale, seconda solo alla Francia con Bordeaux e Borgogna.

Da Sinistra: Valeria Ciardiello, Mattia Tabacco, Gabriele Gorelli e Federico Foscarin -  
Da Sinistra: Valeria Ciardiello, Mattia Tabacco, Gabriele Gorelli e Federico Foscarin -  
20 aprile 2022 | 18.12
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Non molti sanno che i vini rari o fine wine sono considerati al pari dell’oro un “bene rifugio” capace di attrarre sempre più investitori desiderosi di proteggersi dall’inflazione e interessati a diversificare il proprio portfolio. Uno dei vantaggi degli investimenti nei vini pregiati è che si tratta di patrimoni che crescono nel tempo, aumentando in valore e in prezzo essendo per loro natura beni materiali consumabili, destinati a diminuire sul mercato grazie al consumo. Questo ne aumenta l’appetibilità da un punto di vista finanziario, il cui prezzo medio nel panorama internazionale è cresciuto del 13% solo nella prima metà del 2021.

A sostegno di questa tesi di “bene rifugio” i dati dell’indice azionario: lo Standard & Poor 500 è sceso a causa della crisi pandemica del 25%, mentre l’indice Liv-ex 1000, l’indice dei vini pregiati, ha avuto solo una lieve flessione del 4%. Il vino pregiato è dunque un ottimo investimento che secondo i parametri di Oeno Group, gruppo internazionale leader nel settore, nella prospettiva dell’investimento di un’ipotetica somma di 50.000 dollari investita nel medio termine - 5 anni -, vede un ritorno di più del doppio del capitale, ovvero 118.817 dollari. Se il capitale iniziale viene raddoppiato, arrivando a 100.000 dollari, il ritorno potenziale raggiunge addirittura i 237.634 dollari. Sul lungo periodo, quindi 15 anni, le prospettive di guadagno aumentano maggiormente: con un investimento di 50.000 dollari si avrebbe potenzialmente un ritorno di 670.061 dollari.

Nel mercato dei vini pregiati, l'Italia è tra le forze dominanti: i vini italiani sono diventati la terza categoria di vini con più scambi commerciali. Il Paese possiede il 16% del mercato, dietro solo a Bordeaux (40,5%) e alla Borgogna (20,4%). La domanda evidenzia come i vini più ricercati siano i Supertuscan, offrendo rendimenti costanti e bassa volatilità. I vini della Toscana e del Piemonte hanno attirato acquirenti e i vini rari prodotti con il Nebbiolo hanno contribuito sia a suscitare interesse degli investitori, sia a far crescere i prezzi. Con l'aumento della domanda, negli ultimi due anni sono entrati nel mercato sempre più regioni meno conosciute all’estero come Veneto, Abruzzo e Umbria.

Non solo Francia e Italia. Il mercato del fine wine si estende in molti altri territori dalla vocazione vitivinicola, come Rioja e Ribera del Duero in Spagna, Napa e Sonoma in California, Australia, Argentina, Cile, Germania, Portogallo, Sudafrica e Nuova Zelanda: nazioni che per ora rappresentano una quota minoritaria dei vini di pregio, il cui ruolo potrebbe guadagnare sempre più rilevanza nel settore.

Oeno Group, con sedi a Londra, Bordeaux, Madrid, Monaco e Toscana, azienda leader nel settore guidata da Mattia Tabacco, Head of Buying and Rare Wines, Daniel Walker co-founder and Head of Investment esperto analista dei mercati finanziari, Federico Foscarin Senior Portfolio Manager e tre Master of Wine: Gabriele Gorelli MW, primo e unico Master of Wine italiano e Brand Ambassador del Gruppo in Italia, Almudena Alberca MW, prima donna spagnola a diventare Master of Wine, e Justin Knock MW, Director of Wine di Oeno Group, si suddivide a sua volta in divisioni OenoFuture, OenoTrade e OenoHouse, che operano su diversi target. Attualmente Oeno gestisce investimenti per 50 milioni di dollari, con un rendimento medio annuo del 10,46% negli ultimi tre anni che, nel 2020 si è attestato addirittura al 12,4%. La società offre un servizio personalizzato di consulenza destinato a collezionisti o nuovi investitori del settore. Una forza garantita dall’estrema competenza ed esperienza in materia di investimenti di un team di professionisti, e da un’unità interna dedicata all’Antifrode, una sezione per la verifica dell’autenticità dei propri assets.

Nel 2021, Oeno ha acquisito il sedicesimo lotto dell’asta en primeur dei vini dell’Hospices de Beaune, la charity action che dal 1854 sostiene attività di beneficenza. In questa edizione 161, Oeno ha acquistato la mitica barrique Pièce des Présidents, alla cifra di 800.000 euro, superando il precedente record di 660.000 euro del 2020, e il cui ricavato è andato alla Fédération Nationale Solidarité Femmes per combattere la violenza nei confronti delle donne e all'Institut Curie, per aiutare la ricerca medica contro il cancro al seno.

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