(Aki) - Ma sul terreno la ''visione primitiva dell'Islam imposta dall'Isil terrorizza le popolazioni locali e demoralizza gli eserciti e i governi" e la storia dei Talebani, al potere per cinque anni in Afghanistan (1996-2001), ha "dimostrato che questo modo di controllare il potere non può rappresentare un programma politico sul lungo termine". Dal nord dell'Iraq centinaia di migliaia di iracheni, cristiani, sciiti, curdi e turkmeni, sono già fuggiti verso il Kurdistan così come durante il regime dei Talebani si è assistito alla fuga degli afghani dalla patria.
Solo che, sottolinea Rashid per The New York Review of Books, "la campagna dell'Isil contro gli sciiti ha superato qualsiasi campagna dei Talebani e di al-Qaeda" e se il gruppo, come promesso, riuscirà ad attaccare le città sante sciite di Kerbala e Najaf, in Iraq, "allora il mondo islamico verrà trascinato in un conflitto confessionale di proporzioni inimmaginabili".
In questo contesto, per Rashid "il grande fallimento dei governi occidentali sta nel fatto che continuano a vedere il collasso dei Paesi islamici come qualcosa da contrastare con operazioni militari o antiterrorismo, invece di creare nuove alleanze nella regione e di coinvolgere i leader islamici per affrontare il problema". Così il "compito principale a livello politico" degli Usa e dei loro alleati, secondo l'esperto, è quello di far sì che Iran e Arabia Saudita mettano fine alle ostilità e lavorino insieme per affrontare la crisi attuale. Anche la Lega Araba e l'Organizzazione della conferenza islamica, conclude, dovrebbero intervenire per un riavvicinamento dell'Iran e del mondo arabo.
