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Iraq: Londra si appella ad imam per fermare radicalizzazione

25 agosto 2014 | 12.34
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Nel tentativo di bloccare la radicalizzazione di membri della comunità islamica locale, il governo britannico chiede aiuto agli imam che in questi anni si sono distinti per le loro posizioni anti-estremismo. Come l'imam della moschea Makkah di Leeds, Qari Asim, che, dopo che sono state diffuse le immagini sconvolgenti della decapitazione del giornalista americano James Foley da parte di un jihadista britannico dell'Isil, ha chiesto ai suoi fedeli di "lavorare con i servizi di intelligence ed il governo per garantire che questo veleno non raggiunga i nostri confini".

Asim però, in un'intervista alla Bbc, non ha problemi ad indicare nel coinvolgimento militare di Londra in Iraq una delle principali cause che hanno spinto molti giovani islamici britannici, oltre 500 secondo l'intelligence, ad unirsi alle file degli estremisti dell'Isil. Ragazzi normali, come Mohammed Hadi, 18enne di Conventry scappato di casa nei mesi scorsi per poi cominciare lo scorso giugno a pubblicare messaggi estremisti su Twitter, proclamandosi membro dell'Isil con il nome di Abu Yaha al-Kurdy.

"Quando era a casa era normale, un musulmano moderato", raccontano i genitori di Hadi che sono convinti che sia stato un imam locale a spingere il figlio verso convinzioni estremistiche ed anche a fornirgli i soldi per comprare il biglietto per andare in Turchia, accompagnandolo poi oltre il confine in Siria. "Questi sono i nostri sospetti, ma non ci sono prove, come possiamo fare?", afferma il padre di Hadi, sottolineando che l'imam locale non è stato formalmente accusato di nulla. Solo una minoranza dei leader religiosi islamici in Gran Bretagna sono da ritenersi colpevoli di seminare l'odio estremista, affermano comunque fonti del governo britannico ricorda oggi il New York Times.

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