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Siria

Italia bloccherà export armi in Turchia

L'annuncio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: "Nelle prossime ore l'Italia firmerà un decreto ministeriale". Il decreto non dovrebbe riguardare le commesse già in essere, ma solo quelle future. Stati Ue: "Forte impegno su export". Intanto l'esercito di Damasco avanza, la Turchia attaccherà Kobane. Europa vs Ankara: tutti gli stop alla vendita

(Afp)
(Afp)
14 ottobre 2019 | 14.40
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"Nelle prossime ora anche l'Italia firmerà, con un decreto ministeriale, l'export degli armamenti verso la Turchia, per quanto riguarda il futuro dei prossimi contratti e dei prossimi impegni". Lo dice, in un doorstep per la stampa italiana a margine del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo parlando di Siria, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, prima di ripartire per Roma.

"Era importante per noi - continua Di Maio - che tutta l'Europa assumesse la stessa posizione: abbiamo lasciato ai singoli Stati l'impegno di farlo, perché questo crea immediatezza. Ognuno di noi, dopo questo impegno, potrà firmare i propri atti, che servono a bloccare l'export e, ovviamente, questo fa sì che non si debba lavorare ad un embargo europeo, che poi porta a mesi e mesi di lavoro, che avrebbero vanificato l'immediatezza dell'intervento". "Non serve che vada in Parlamento - prosegue il ministro - è un atto di secondo livello, un decreto ministeriale. Domani sarò alla Camera per dare tutte le informazioni che servono al Parlamento e spiegherò i dettagli di questo intervento di blocco dell'export di armamenti verso la Turchia". Il decreto non dovrebbe riguardare le commesse già in essere, ma solo quelle future: "E' ovvio che riguarda quello che succede da domani in poi", risponde il ministro.

Gli Stati membri dell'Ue si sono impegnati a "bloccare nel futuro l'export degli armamenti verso la Turchia", riferisce ancora il ministro. "E' stato un Consiglio molto importante - dice - in cui la richiesta dell'Italia era un impegno da parte di tutti gli Stati europei a bloccare nel futuro l'export degli armamenti verso la Turchia, perché non possiamo accettare quello che sta facendo la Turchia. L'Europa oggi parla con una voce e tutti gli Stati condannano quello che sta facendo la Turchia in territorio siriano. E soprattutto tutti gli Stati membri si sono impegnati a bloccare l'export degli armamenti".

"Per me - continua Di Maio - era importante che l'iniziativa fosse europea, perché in questo modo tutti i Paesi si mettono a pari condizioni nei confronti della Turchia, in modo tale che nessun Paese ne risentisse più di un altro. Tutti insieme lavoreremo al blocco dell'export delle armi". "Ho detto anche a Federica Mogherini - prosegue il ministro - che ci sarà bisogno nei prossimi Consigli europei di fare uno screening dell'applicazione di questo impegno in ogni Stato: ognuno di noi si è impegnato; tutti noi dovremo emanare degli atti, ognuno con i suoi tempi, ma sicuramente saranno tempi inferiori ad una procedura di embargo Ue".

"Detto questo - aggiunge Di Maio - io credo nella soluzione diplomatica: questa è un'azione come Paesi europei sul blocco delle esportazioni, ma adesso con il dialogo e la diplomazia dobbiamo lavorare a fermare questa escalation. E inizieremo dalla riunione dell'alleanza anti Daesh". Non ci saranno altre misure nei confronti di Ankara? "In questo momento - risponde - è molto importante il segnale unitario come Ue sul fatto che condanniamo l'azione, chiediamo di fermarla e allo stesso tempo avviamo una procedura concreta sulle armi. Poi ovviamente giovedì ci sarà il Consiglio Europeo e ci saranno tutte le discussioni eventuali", conclude.

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