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Borsa: la Fed non scalda la seduta a Piazza Affari

03 marzo 2020 | 18.15
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(Fotogramma)
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Nonostante la storica decisione annunciata oggi dalla Federal Reserve, Piazza Affari chiude lontana dai massimi di seduta fatti segnare nella prima parte. Nel corso del pomeriggio a monopolizzare l’attenzione degli operatori è stata la decisione della Fed, causa Coronavirus, di ridurre il ‘target range’ per i tassi sui Fed Funds di mezzo punto percentuale all’1-1,25%.

La decisione è storica sia in termini di dimensioni, si tratta della prima riduzione dei tassi statunitensi di 50 punti base dal 2008, e sia per quanto riguarda la tempistica, visto che l’istituto guidato da Jerome Powell ha preferito non attendere il meeting già in calendario per il prossimo 17-18 marzo (quando saranno anche diffuse le nuove proiezioni sull’economia).

“Il FOMC ha deciso di non attendere un deterioramento. Credo che anche loro, come noi, siano coscienti del fatto che nei prossimi giorni potrebbe arrivare notizie allarmanti sulla diffusione del virus”, ha detto Eric Winograd, economista di AllianceBernstein. “Ovviamente la Fed non è in grado di affrontare il virus tagliando i tassi, ma può sperare di ridurre la risposta negativa dei mercati finanziari che finirebbe per amplificare l’impatto economico del virus”. Secondo l’esperto, la Fed nel corso del meeting del 17-18 marzo potrebbe annunciare una nuova riduzione dei tassi statunitensi. A Piazza Affari il Ftse Mib ha terminato in rialzo dello 0,43% a 21.748,20 punti spinto dai rimbalzi messi a segno da Poste Italiane (+3,87%), Amplifon (+3,64%) e Diasorin (+2,93%). A spingere quest’ultima è stata l'offerta d'acquisto lanciata da Thermo Fisher sul gruppo tedesco Qiagen.

Giornata di rimbalzo anche per Fiat Chrysler (+1,03%), i dati sulle immatricolazioni di febbraio hanno evidenziato un -6,7% (-8,8% per il mercato), ed STMicroelectronics (+2,76%), che si è mossa in scia del balzo registrato ieri da Apple dopo la promozione ad “outperform” annunciata da Andrew Uerkwitz di Oppenheimer.

Ancora pesanti vendite sul comparto bancario, all’interno del quale segnaliamo il -4,24% di UniCredit, il -2,35% di BPER Banca e il tonfo (-8,23%) messo a segno da Banco BPM dopo la pubblicazione del piano al 2023. L’utile netto a fine piano è visto a 770 milioni con un payout di almeno il 40%. Per quanto riguarda i ratio patrimoniali, la banca vede il CET1 al 12,5% nel 2023 e l’Mda buffer (Maximum distributable amount) a un minimo di 250 punti base.

Anche oggi lo spread con i decennali “made in Germany” si è mosso in controtendenza rispetto agli indici azionari, mettendo a segno un calo di oltre 20 punti a 162 punti base. (in collaborazione con money.it)

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