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Scuola: 'La filosofia non serve a niente', la sfida del prof agli studenti

18 gennaio 2018 | 17.07
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L'esperimento-provocazione anima la 'Notte Bianca' di un liceo classico di Bracciano, dalle risposte nasce un e-book

 - (Fotogramma)
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"La filosofia non serve a niente!". Parola di professore... di filosofia. All'esperimento-provocazione di Francesco Dipalo, docente di filosofia e storia al Liceo 'Ignazio Vian' di Bracciano (Roma), hanno risposto 'per le rime' diversi studenti, accettando la sfida e mettendo nero su bianco una serie di riflessioni in occasione della Notte Bianca del Liceo Classico. Ne è scaturito un libro, pubblicato per ora sul sito dell'istituto e liberamente scaricabile. E non è escluso che si possa arrivare alla pubblicazione di una versione cartacea.

"La scelta del periodo dell’anno non è casuale: gennaio è il mese delle preiscrizioni alle scuole di ogni ordine e grado. E la causa del liceo classico, da anni in crisi di 'preferenze', va sostenuta. Noi, che a scuola ci lavoriamo, crediamo ne valga la pena", dice presentando l'opera. I testi raccolti nel volume danno voce "ai veri protagonisti dei nostri licei: i giovani. L’idea -spiega Dipalo- è semplice. Dal momento che si è deciso di dedicare alla filosofia uno spazio ad hoc di letture pubbliche, ho pensato che a parlare non dovessero essere direttamente i classici della filosofia, bensì i loro semi vivi, piantati – per dirla alla maniera di Platone – in queste anime feconde, pronte a partorirne i frutti".

Il progetto ha anche lo scopo di "accentuare la valenza eminentemente pratica e formativa di tale disciplina, che, insieme alle lingue classiche, da più parti, ahimé anche istituzionali, viene sovente additata all’opinione pubblica come 'inutile' o puramente 'cosmetica': a che servono, del resto, un po’ di Aristotele o di Kant se non a darsi delle arie? E invece no: queste testimonianze, che sgorgano a volte un po’ verdi ed incerte, altre un po’ scolastiche (si sta a scuola, del resto!), ma sempre vive, immediate e appassionate, stanno lì a dimostrare che le cose stanno in maniera ben diversa. Ovvero, che se misuriamo l’utilità soltanto secondo parametri tecnici ed economici, dimenticandoci che tecnica ed economia vengono dall’uomo e sono per l’uomo, ne svuotiamo il concetto di ogni reale valore".

La scuola, per come la intende Dipalo, "deve essere, spazio di relazione formativa, non laboratorio di ingegneria socio-economica o, peggio, di alternanza con il lavoro. Al contrario, è 'tempo libero' (dal greco scholè), ovvero 'liberato' dall’urgenza della necessità economica. In tal senso, è contrassegno di civiltà. L’insegnamento della filosofia, dunque, inteso come 'pratica filosofica' mira proprio al cuore dello studente, allo sviluppo consapevole della sua dimensione autobiografica, emozionale e relazionale, di cui le forme della razionalità sono elementi portanti, ma non esclusivi. Potremmo dire che si tratta di una disciplina eminentemente 'laboratoriale', giacché è un 'fare' delle persone con se stesse e tra di loro".

I ragazzi che frequentano il triennio del classico sono stati quindi chiamati a partecipare, in maniera assolutamente libera, ad una specie di 'concorso letterario', da cui sarebbero stati poi selezionati i testi da leggere in pubblico durante la Notte bianca. Come unica condizione "è stata posta una 'non-condizione': la parresia, ovvero la 'libertà di dire tutto', in maniera franca, sincera, autentica". I risultati, rileva il docente tracciando un primo bilancio di questo esercizio di pura 'maieutica', "sono più che confortanti: riscaldano dentro, motivano, meravigliano".

Al progetto hanno preso parte attiva diversi giovani del 'Vian': Alessia Thompson, Alexey Alberti, Chiara Calvitti, Cristina Annibale, Elisa Pierangelini (che ha curato anche la grafica e l'editing dell'opera), Elsa Rallo, Gemma Amato, Lorenzo De Santis, Maria Grazia Marcantoni, Niccolò Marrocco, Pablo Monterisi, Rebecca Martucci, Sara Lisetti, Sara Polizzano, Silvia Mangiatordi e Valerio Ciccone. La filosofia, si legge qua e là all'interno dei testi proposti dagli studenti, "guida e sostiene chi voglia davvero emancipare se stesso", aiuta a "connettersi sul piano reale (e non su quello meramente virtuale) con noi stessi e con ciò che ci circonda". Di certo "non risolve problemi specifici perché è per la vita. Vita che s’interroga sulla vita stessa. E tu ti trovi esattamente lì, al centro di questo domandarsi".

Non arrecando "alcun vantaggio tecnico-pratico", la filosofia viene studiata "in vista di un benessere che va oltre la mera soddisfazione del puro bisogno fisico o economico". Consente quindi, rilevano gli allievi di Dipalo, "un approccio totalmente personale, paragonabile a un viaggio dentro di sé: non c’è soddisfazione maggiore di riuscire a sentirsi in sintonia con la vita stessa". Insomma, se si fa riferimento a una finalità esclusivamente pratica, la filosofia in effetti "non serve a nulla". Si tratta però di una disciplina, avvertono gli studenti, che "libera, aiuta a vivere in maniera più ricca e consapevole. Ieri come oggi, vale la pena".

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