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La guerra dei brevetti è globale, ora Philips porta in tribunale Nintendo

16 maggio 2014 | 12.21
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Secondo il marchio olandese l’azienda nipponica avrebbe violato . Nel gioco ‘Tomodachi Life’ niente matrimoni omosessuali, parte la campagna di protesta su Twitter. C’è poi il caso della Swatch, che attacca Apple: “Noi abbiamo l’iSwatch, il nome iWatch confonde”. Mentre la casa di Cupertino ha vinto (quasi) contro Samsung

Nintendo Wii U (foto Infophoto)
Nintendo Wii U (foto Infophoto)

Il periodo nero di Nintendo sembra non arrestarsi più. Non bastano i risultati disastrosi della sua console Wii U, adesso sono apparsi all’orizzonte guai giudiziari. Stavolta, nell’oramai globale guerra dei brevetti, è Philips a scendere in campo, rivendicando la paternità del sistema che controlla le interfacce virtuali attraverso i movimenti del corpo. Che è una delle funzionalità principali della Wii U.

Già nel 2011 Philips aveva avvertito Nintendo della violazione del brevetto, ma - a quanto pare - il colosso nipponico del gaming non aveva preso in considerazione la cosa. Ora, a distanza di tre anni, il marchio olandese è tornato alla carica presentando le carte che dimostrerebbero un ulteriore violazione, chiedendo non solo il risarcimento dei danni, ma anche il blocco delle vendite in Nord America della Wii U. Ma anche della precedente console Wii e di tutte le periferiche che adottano il sistema di motion sensing.

Se il tribunale dovesse accogliere le richieste della Philips, il futuro per Nintendo sarebbe ancora più nero di quello che già è in questo momento, a causa del flop della console di punta, la Wii U, ‘accusata’ dagli utenti di non essere al passo coi tempi in termini di hardware e di non riuscire a offrire quell’esperienza di gioco differente che ha sempre caratterizzato Nintendo nel corso degli anni, rendendolo il marchio più famoso di sempre nel mondo dei videogiochi.

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