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L’accoglienza in Ribera del Duero secondo Abadia Retuerta

Un'abbazia del XII secolo incastonata tra le sponde del fiume Duero e a poco meno di 2 ore di Madrid. Ecco dove si colloca il complesso diretto da Enrique Valero, pioniere in Spagna di un nuovo concetto di enoturismo.

L’accoglienza in Ribera del Duero secondo Abadia Retuerta
31 marzo 2023 | 11.22
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In Ribera del Duero il forte legame col vino ha oltrepassato i secoli, dove comincia questa storia?

Sappiamo che l’introduzione della vite nella Penisola Iberica è attribuita ai Romani che l’hanno diffusa verso nord fino a raggiungere le terre del Duero, e quindi gli odierni domini di Abadía Retuerta all'inizio dell'era cristiana. Il nostro è un complesso del XII secolo, in cui i monaci hanno ininterrottamente coltivato la vite e, step by step, compreso meglio il processo di produzione vitivinicolo. Questo legame sempre più importante è anche testimoniato da alcuni documenti del XVII secolo, in cui ci si riferisce al successo dei vini Retuerta che dominavano il mercato di Valladolid, allora tra i principali mercati spagnoli. Si passa poi al XIX secolo, un’epoca di cambiamenti drastici: da un lato la confisca di Mendizábal, che mise le proprietà della chiesa nelle mani della borghesia, dall’altro la comparsa della fillossera, misero a dura prova la sopravvivenza di questa storica produzione enoica. Solamente nel 1988 si gettano le basi per il rilancio del comparto vitivinicolo dell’Abbazia che vede negli anni ’90 l’ingresso di Pascal Delbeck (Château Ausone) e la costruzione della nuova cantina diretta da Ángel Anocíbar.

Leggi l'intervista completa su Vendemmie.
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