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Landini: "Nuovo statuto lavoratori per restituire valore e diritti sottratti"

23 agosto 2020 | 19.20
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Un nuovo statuto dei lavoratori che metta il lavoro al riparo dalle distorsioni generate dalla flessibilità, dalla precarietà e dalla deregulation e ora, nella stagione del Covid, dalla diffusione generalizzata del lavoro da remoto, lo smart working che è entrato nel nostro linguaggio e nella nostra organizzazione di vita quotidiana. La necessità di una "ri-regolazione" erga omnes è stata auspicata e sollecitata dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nel corso di un dibattito al Landini.

"Noi - ha premesso Landini - siamo di fronte a una novità, con cui fare i conti: a cosa serve il lavoro oggi. Uno dei cambiamenti con cui siamo chiamati a confrontarci è cosa produco, perché, a cosa serve, con quale compatibilità ambientale e sociale. Se qualcuno teorizza le regole dello smart working o del lavoro in presenza, mi deve dire anche cosa diventano la persona che lavora, il suo lavoro e con quali diritti".

"Un lavoratore mi ha detto: 'Da quando voi sindacalisti avete cominciato a parlare in inglese - ha raccontato il segretario della Cgil- io non ho più il lavoro, non ho più la pensione'. La domanda che ne è seguita è stata: 'Quando è che voi del sindacato tornate a parlare in italiano?' Se uno usa lo smart working per raccontarmi che non c'è più l'orario, non ci sono più le maggiorazioni, che non ci sono più gli straordinari, allora io ribatto che mi sta prendendo in giro".

"Tutte queste cose - ha aggiunto Landini - possono continuare ad esistere ma vanno ri-regolarizzate. Siccome la stessa persona dovrà lavorare in determinate condizioni, il problema è mettere la persona nelle condizioni di poter avere quella libertà e quell'autonomia nel lavoro che gli permetta di raggiungere dei risultati, ma anche di poter essere pagato per quello che fa e nella nuova misura in cui la fa. Per questo penso che i contratti nazionali di lavoro siano importanti.

"Anzi penso che sempre di più ci serva una legge sulla rappresentanza, perché noi dobbiamo cancellare quei 'contratti pirata' e quelle forme di lavoro che hanno aumentato lo sfruttamento delle persone. Adesso si parla di forme di decontribuzione varia, perché non colleghiamo due cose: io decontribuisco ma tu se obbligato a applicare i contratti di lavoro nazionali con minimi salariali, ferie, turni ecc. Altrimenti ti tolgo i soldi che ti ho dato.

"E perché - ha domandato ancora Landini - non facciamo una legge che stabilisce che tutte le persone che lavorano devono avere gli stessi diritti e le stesse tutele anche se non sono lavoratori subordinati? E' il momento di un nuovo statuto dei diritti di lavoratori che vada in questa direzione. Questo sarebbe il modo di rimettere il lavoro al centro delle dinamiche sociali. In questi anni è passata l'idea della flessibilità che si è tradotta in una inarrestabile svalorizzazione del lavoro. Penso che la cultura sindacale ma anche la politica -ha concluso - dovrebbero ripartire dal lavoro e dalla centralità della persona nel lavoro".

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