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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

03 gennaio 2018 | 10.10
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Una follia". Così Rachele Invernizzi, presidente della South Hemp Tecno e vice presidente di Federcanapa, associazione nata nel 2016 per tutelare gli interessi dei coltivatori, definisce, intervistata da 'La Stampa', il bando internazionale per l’acquisto di 100 chili di cannabis terapeutica. La filiera italiana sarebbe in grado di soddisfare le richieste dei pazienti? "Sì. Abbiamo tutte le competenze -conclude- per produrre cannabis terapeutica, in collaborazione con l’Istituto di Firenze e seguendo i parametri stabiliti dal ministero della Salute. Peccato però ancora manca una legge che definisca come le aziende agricole italiane possono entrare nella filiera".

"Se si guarda alla sostanza il salto tecnologico che stiamo vivendo costituisce un elemento di vera discontinuità e dunque sì, chi non lo adotta è destinato quanto meno a correre il rischio di essere meno rilevante". Così, intervistato da 'La Stampa', Pietro Sella, presidente di Pri.Banks, l’associazione delle banche private e ceo del Gruppo Sella.

"Fra dieci anni le aziende di credito saranno diverse -prevede- avranno un mercato più grande e tecnologico, in cui l’esigenza della qualità di consulenza sarà più elevata: uno dei modelli di riferimento sarà le piattaforme bancarie aperte, ci saranno soggetti nuovi e diversi, eppure credo che saranno ancora le banche a essere protagoniste".

"Cancellare del tutto le pensioni superiori ai 5.060 euro (un intervento evidentemente incostituzionale) coprirebbe solo per un anno il buco che si aprirebbe cancellando la norma della legge Fornero che lega l’età della pensione alla speranza di vita. Già dal 2020 quei risparmi non basterebbero più e bisognerebbe ridurre anche le pensioni nella fascia inferiore, cioè quelle oltre i 2.370 euro mensili netti: stiamo parlando di circa 670.000 pensionati che costano allo Stato 41 miliardi l’anno. Poiché il congelamento dell’età lavorativa, come detto, costerebbe a regime 16 miliardi, queste pensioni dovrebbero essere tagliate, a regime, in media del 40 per cento". E' quanto scrivono in un intervento sul 'Corriere della Sera', gli economisti Alberto Alesina e Francesco Giavazzi. A

"Anche questo è un intervento -continuano- che difficilmente sopravviverebbe a un ricorso alla Corte costituzionale, in quanto ridurrebbe la pensione molto al di sotto dei contributi versati. Cancellare del tutto la legge Fornero costa molto di più. La Ragioneria generale dello Stato stima («Tendenze di mediolungo periodo del sistema pensionistico e sanitario», agosto 2017, p. 76) che le norme introdotte da quella legge (tutte le norme, non solo l’aumento dell’età lavorativa: anche la de-indicizzazione delle pensioni, in vigore dal 2012 e che termina proprio oggi) avrebbero prodotto un risparmio di spesa per il 2019-20 pari a circa 25 miliardi l’anno lordi (cioè non tenendo conto delle imposte pagate dai pensionati). Per farvi fronte, il taglio da imporre alle pensioni superiori ai 2.370 euro mensili netti sarebbe del 60 per cento circa. Non c’è quindi alternativa all’allungamento dell’età lavorativa".

"Ciò che proponiamo, allora, è un mix intelligente di investimenti e razionalizzazione della spesa, con l’eliminazione degli sprechi e dei privilegi che va a finanziare la riduzione strutturale delle tasse. Solo così riusciremo a rimettere l’economia in carreggiata e ad occuparci, nello stesso momento, delle persone. Quindi una prima fase di investimenti in settori innovativi, con un fortissimo ritorno occupazionale e di crescita e di razionalizzazione della spesa senza ovviamente toccare la spesa sociale necessaria". Così, sul programma elettorale del MC5 sul lavoro, il candidato premier Luigi Di Maio, in un intervento pubblicato su 'Avvenire'.

"E poi una seconda fase -continua- in cui si usano le maggiori entrate per la riduzione sostanziale del debito".

"Dobbiamo completare il Jobs act rafforzando i servizi alla persona, rendendo strutturale l’assegno di ricollocazione per tutti i disoccupati e consolidando il ruolo dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal). Se è vero che la formazione è l’articolo 18 del nuovo mercato del lavoro, non possiamo permettere che la sua qualità cambi drasticamente appena si varca il confine da una regione a un’altra. Servono servizi personalizzati, costruiti intorno a un "conto personale" di attivazione che unifichi gli strumenti di orientamento, di garanzia del reddito e la formazione lungo tutta la vita". E' quanto scrive, in un intervento pubblicato su 'Avvenire', il responsabile della campagna elettorale del Pd, Tommaso Nannicini.

"Servizi -continua- che andranno innanzitutto rafforzati per migliorare l’alternanza scuola-lavoro e il sostegno ai percettori del reddito di inclusione, il primo intervento strutturale di contrasto alla povertà introdotto dal nostro governo (anche qui: fatti, non parole). E ancora. È il momento di introdurre un salario minimo legale che abbracci tutti i lavoratori, all’interno di una nuova cornice per il nostro sistema di relazioni industriali, che combatta i contratti-"pirata" e tuteli la funzione di garanzia del contratto nazionale".

"E' evidente che abbiamo usato delle medicine sbagliate e che per rilanciare il Paese servono nuove idee: occorre fare meglio e di più. Per ridare dignità e stabilità al lavoro va superato il Jobs act e aumentato il sistema di tutele, a partire dalla riduzione delle disparità tra uomini e donne. L’Islanda, per esempio, ha appena introdotto per legge la parità di salario". Così il leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, in un intervento su 'Avvenire', sul programma elettorale per il lavoro.

"Per rilanciare l’economia -conclude- dobbiamo incentivare gli investimenti di medio e lungo periodo delle imprese, favorirne la riconversione ecologica e fare in modo che lo Stato faccia la sua parte con un grande piano di messa in sicurezza del territorio, degli edifici scolastici, della rete idrica. Nel 2017 abbiamo testato l’urgenza di questi temi: nel 2018 è indispensabile rispondere concretamente".

"Per Forza Italia e per il centrodestra al governo la riforma del mercato del lavoro, dopo i disastri della sinistra, sarà uno dei punti chiave, da fare nei primi cento giorni, per il rilancio del Paese. Innanzitutto più crescita attraverso investimenti pubblici e privati, solo con una crescita del Pil superiore al 2% si creano nuovi e veri posti di lavoro. Questa è la condizione necessaria, anche se non sufficiente". Così, in un intervento su 'Avvenire', Renato Brunetta di Forza Italia.

"Poi occorre aumentare, come dicono gli economisti, l’elasticità dell’occupazione -continua- nei confronti della dinamica del prodotto interno lordo. Per questo aboliremo il Jobs act di Renzi, una cattiva legge che in questi anni ha dissipato decine di miliardi di euro di risorse pubbliche con il solo inutile risultato di drogare il mercato del lavoro".

"Con il 35% di disoccupazione giovanile il rapporto giovani e lavoro sarà tra i primi punti di azione del governo Salvini". Lo scrive in un intervento su 'Avvenire', il leader della Lega, Matteo Salvini.

"Partiremo -spiega- dalla riforma del sistema fiscale, introducendo una Flat Tax al 15% per famiglie e imprese. L’obiettivo è lasciare alle famiglie più soldi per i consumi e, di conseguenza, la produzione e l’occupazione. Paga minima oraria di 9 euro sotto la quale nessun contratto può essere considerato legale".

E ancora "Riposo domenicale. Dobbiamo rispettare le esigenze dell’epoca in cui viviamo, ma prima di tutto dobbiamo rispettare l’uomo in quanto tale e il tempo che deve giustamente essere dedicato alla famiglia e agli affetti. Riforma della Scuola e abolizione legge Fornero. Dobbiamo rafforzare e ridare dignità alle Scuole professionali, alle arti e ai mestieri che possono essere svolti senza necessariamente avere una laurea".

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