L'Ufficio Cultura e Informazioni dell'Ambasciata di Turchia parteciperà alla XIX edizione della Borsa mediterranea del turismo archeologico che si apre oggi a Paestum (Salerno). "Sarà una nuova importante occasione - sottolinea in una nota - per presentare al pubblico lo straordinario patrimonio archeologico della Penisola Anatolica, culla di una moltitudine di civiltà e di organizzazioni statali durante tutto il corso della storia dell'umanità. Questa storia millenaria è uno dei tratti distintivi che accomunano la Turchia all’Italia e permette ai turisti italiani di sentirsi 'a casa' quando visitano il nostro Paese".
"Tra il 2.000 a.C. e il 1.500 d.C. - ricorda - questa regione fu al centro della civiltà mondiale. L’interpretazione dello scenario mondiale odierno si basa sulla nostra comprensione di quanto è accaduto in questa regione, testimoniato oggi dalle rovine e dai monumenti che adornano il paesaggio. Un patrimonio straordinario dunque, riconosciuto a livello mondiale anche dall’Unesco tanto che la Turchia, che ha ratificato la Convenzione internazionale il 23 maggio 1982, ha attualmente 16 siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità e altri 69 siti sono candidati per entrare nella Lista".
Ma tanti altri sono i siti archeologici da visitare in Turchia, prosegue, "straordinari sia per la bellezza delle rovine e dell’ambientazione sia per il loro significato storico". "Oltre agli edifici storici che si stagliano nei siti archeologici come Troia, Pergamo, Efeso, Mileto, Priene, Dydyma, Afrodisia, Eraclia, Kaunos, Perge e Aspendos, molti villaggi e città costieri - rimarca - possono vantare rovine antiche nella loro periferia o nel centro storico, tanto che spesso l’odierno mercato locale si svolge su quello che un tempo era sede dell’antica agorà. Diversi villaggi vantano inoltre delle città sommerse o rovine sottomarine, che si intravedono sotto la superficie di un mare turchese e cristallino mentre si nuota".