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Infortuni, lo psicologo: "Serve formazione"

14 novembre 2018 | 16.51
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"Il fenomeno degli infortuni sul lavoro può essere davvero affrontato e contrastato con la formazione, a patto che non sia di natura burocratica". Lo dice a Labitalia l'esperto Pietro Bussotti, psicologo del lavoro e psicoterapeuta, che si occupa da anni di sicurezza sul lavoro analizzandone le dinamiche organizzative e comportamentali. "L'obbligo - spiega - di adempiere a un corso, ad esempio, viene visto come un mero assolvimento da sostenere, sia parte del lavoratore che dell'azienda. Chi partecipa è demotivato e segue con scarso interesse, così come chi lo organizza, ovvero la parte datoriale, perseguendo solo l'obiettivo di avere le carte in regola".

"Il punto fondamentale - sottolinea Bussotti - che fa la differenza è il comportamento. La maggior parte degli infortuni sul lavoro ha, infatti, come ultimo elemento della catena un comportamento, mentre il solo conoscere le cose si trova in cima a questa catena. Non stiamo dicendo che è colpa del lavoratore che subisce un infortunio, ma solo che il comportamento messo in atto è protettivo e predittivo per analizzare cosa non abbia funzionato". "Le campagne pubblicitarie di prevenzione - chiarisce Pietro Bussotti - fanno bene, soprattutto per diffondere la cultura della sicurezza anche nelle scuole. Iniziative del genere, però, non devono essere viste come un onere, ma come un elemento fondamentale per migliorare la qualità della vita.

"La cultura generale della sicurezza, oltre che a livello nazionale, deve essere promossa all'interno delle aziende. In questo senso, è molto più semplice intervenire sulle strutture organizzative delle grandi aziende e sulle nuove generazioni", conclude.

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