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Lavoro: Fonarcom, salario minimo per legge risposta forte a dumping contrattuale

28 giugno 2018 | 19.01
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Lavoro: Fonarcom, salario minimo per legge risposta forte a dumping contrattuale

“Si stima che nei prossimi anni, circa il 40% delle persone presteranno il loro lavoro in modalità sempre più vicine a forme di lavoro autonomo. I rider di cui parliamo in questi giorni sono gli antesignani di un cambiamento che già oggi ci chiede soluzioni nuove, anche dal punto di vista contrattuale. Nonostante i vari paesi Ue inquadrino questi lavoratori in modo differente, rimane la necessità di garantire loro nuove forme di tutele: una di queste potrebbe essere il salario minimo legale”. Lo ha detto oggi Andrea Cafà, presidente del fondo interprofessionale Fonarcom, nella tavola rotonda sul tema 'Dallo Statuto dei lavori al salario minimo: come cambia il mercato del lavoro', al Festival del lavoro a Milano. “Quest’ultimo costituirebbe, tra le altre cose, una risposta forte al fenomeno del dumping contrattuale, per il quale auspico che non si proceda più attraverso meri comunicati sui siti web ma con azioni concrete che mirano alla reale tutela dei lavoratori”, ha concluso Cafà.

Ed è Salvatore Vigorini, presidente dell’associazione InConTra, che, in base all’esigenza di ripensare completamente il modello secondo lo Statuto dei lavori ipotizzato da Marco Biagi, ha formulato un’ipotesi: “Se cambia il lavoro deve cambiare necessariamente anche il rapporto di lavoro. C’è bisogno di maggiore e di nuova flessibilità, anche nell’interesse del lavoratore e non solo dell’impresa. La nostra proposta è che il rapporto di lavoro abbia un andamento stratificato e modulare: uno zoccolo duro trasversale di diritti e di tutele e un salario minimo garantito. La contrattazione torna in gioco da qui in poi, una contrattazione ovviamente aziendale o territoriale”.

Giovanni Pecci, del Cda di Nomisma, dopo aver segnalato che da troppo tempo produttività e competitività sono passate in secondo piano nella contrattazione, ha consigliato al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, di lasciare un ministero: "Due sono troppi, quindi scelga: o il Lavoro o lo Sviluppo economico".

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