(Aki) - In Libia ''lo Stato non esiste'', e ''non esiste la polizia'', mentre sono le ''milizie armate che hanno il vero controllo sul territorio''. Da qui la grave insicurezza e instabilita' che investono il Paese, afferma lo scrittore libico Farid Adly ad Aki - Adnkronos International, che spiega che le ''elezioni anticipate'' sono l'unica ''speranza'' per il futuro della Libia. Nel Paese, per il quale anche le Nazioni Unite hanno espresso ''profonda preoccupazione'', c'è pero' una ''popolazione che le pensa diversamente. Che scende in strada per chiedere le dimissioni del Congresso, ma che è anche delusa e rassegnata''. A provarlo sono i dati dell'affluenza alle elezioni per l'Assemblea Costituente dello scorso 20 febbraio. ''Nel 2012 si sono registrati al voto 2 milioni e 700mila cittadini. Nel 2014 sono stati un milione e 100 mila e solo 500mila si sono effettivamente recati alle urne'', ricorda Adly.
L'autore di 'La rivoluzione libica', edito da Il Saggiatore, riferisce quindi che in Libia ''non c'è uno Stato, non c'è una polizia. Le minoranze armate si contengono il potere e il territorio e sono piu' potenti dell'esercito''. A livello politico, inoltre, ci sono ''divisioni interne tra le varie forze politiche'' e quello che succedera' ''dipende dalle prossime elezioni''. ''E' stato sbagliato - dice - non accorpare le elezioni per l'Assemblea Costituente e quelle per il Parlamento. Ora l'esecutivo ha poteri parziali''.
Lo scrittore contesta quindi la decisione presa dal Congresso di ''stanziare 900 milioni di dollari per le milizie riconosciute ufficialmente, le stesse che hanno sequestrato il premier Ali Zeidan'' il 10 ottobre scorso. Invece ''la scelta giusta era quella di un governo di unita' nazionale che avesse come obiettivo la formazione di una polizia e di un esercito che inglobasse le milizie, ma non le finanziasse in modo da favorire gli emiri della guerra''.
