Da un minimo, si fa per dire, di 25 volte al giorno a oltre 200. Alzi la mano chi non controlla lo smartphone in continuazione. C'è chi lo fa, addirittura, appena alzato e poi prima di addormentarsi. Un comportamento che, denuncia a Metro lo scrittore americano Nicholas G. Carr, autore di 'The Shallows: how the internet is changing our brains', potrebbe essere deleterio per il nostro cervello. Essere costantemente connessi, spiega, con lo smartphone o il tablet, porta a interrompere il naturale flusso di pensiero. Il risultato? "Potrebbero nascere problemi nel mantenere la concentrazione - spiega l'autore del libro -, difficoltà a progettare sul lungo periodo e a fare riflessioni profonde".