I senatori del M5S torneranno a riunirsi giovedì prossimo. Sul tavolo anche il caso Pepe, dopo la sfiducia del meetup di Napoli controbilanciata, stamani, dalla difesa del meetup di Acerra ed altre realtà locali, firmatarie di un documento comune pro-Pepe. Ieri l'assemblea del gruppo al Senato ha annullato le votazioni precedenti che avevano indicato Pepe tra i possibili componenti della costituenda commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti e le ecomafie. Ma anche questa vicenda è in stand-by, verrà affrontata nella riunione di giovedì prossimo dove si ripeterà la votazione sui nomi in corsa per la Commissione.
Pepe è pronto a dare battaglia. Da un lato spera ancora di entrare nella suddetta commissione, anche se dà ormai per scontato di non farcela, dall'altro è pronto a difendersi "come un leone" dalle accuse che vengono mosse contro di lui. Seppur a Palazzo Madama i più assicurano che non c'è alcuna procedura di espulsione all'orizzonte, il Regolamento parla chiaro: basta che un senatore avanzi richiesta di 'cartellino rosso' per far sì che il caso Pepe finisca ai voti. Intanto continua lo scambio di accuse al vetriolo tra Pepe e Roberto Fico, il presidente della Commissione di Vigilanza Rai che, a detta di Pepe, avrebbe guidato il blitz contro di lui. Anche sul territorio la tensione è alle stelle.
Le 'fazioni' più vicine a Pepe chiedono una riunione regionale di urgenza. Lì qualcuno, a quanto apprende l'Adnkronos, potrebbe arrivare a chiedere per Fico lo stesso trattamento riservato a Pepe. A indispettire gli attivisti di Acerra e delle altre comunità campane anche una frase pronunciata da Fico durante l'assemblea che ha sfiduciato Pepe, ovvero 'c'è provincia e provincia'. "Giù qualcuno vuole vederci chiaro - spiega un deputato campano - Fico ha tirato troppo la corda: chi di sfiducia ferisce di sfiducia perisce".
