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Mafia, 16 arresti in Puglia: inchiesta partita dalla denuncia di un ex consigliere regionale

18 settembre 2014 | 11.10
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In manette un boss e due noti esponenti della Sacra Corona Unita, tre imprenditori e un ex consigliere comunale di Mesagne. Sequestrati beni per 1 milione di euro

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E' partita dalla denuncia presentata da un professionista di Mesagne, in provincia di Brindisi, già consigliere regionale dal 2000 al 2005, l'inchiesta che stamane ha portato la Direzione investigativa antimafia di Lecce ad arrestare 16 persone, tra le quali un boss e due noti esponenti della Sacra Corona Unita, tre imprenditori e un ex consigliere comunale di Mesagne, e a sequestrare beni per 1 milione di euro.

Le accuse, a vario titolo, sono di associazione di stampo mafioso, usura, estorsione e riciclaggio. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip del Tribunale di Lecce, Annalisa De Benedictis. L'operazione, denominata 'Fenus Unciarum', e' stata coordinata dal pm Alessio Coccioli della Dda di Lecce.

Il consigliere regionale, ricandidatosi senza successo alle elezioni regionali del 2005, spese per la sua campagna elettorale circa 280mila euro, contraendo debiti con banche e società finanziarie non riuscendo a ripianare la sua esposizione debitoria con gli istituti di credito.

Così nel 2009, fece ricorso all'intermediazione di uno degli arrestati che, a sua volta, lo mise in contatto, secondo gli inquirenti, con alcuni personaggi di Mesagne legati alla Sacra Corona Unita, al fine di ottenere dei prestiti a tassi usurari. I debiti si sono aggravati ulteriormente nel 2010, quando, ricandidatosi senza successo alle consultazioni regionali, ha assunto impegni di spesa per la campagna elettorale per altri 150mila euro. I tassi di interesse praticati andavano dal 600 al 1000% su base annua.

Le misure cautelari sono il frutto di indagini che, partendo dalla denuncia della vittima, si sono sviluppate attraverso l'ausilio di attività tecniche, di numerosi servizi di osservazione e attraverso l'esame dei conti correnti bancari degli indagati. Infine sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore complessivo di un milione di euro nella disponibilità di uno degli indagati e del suo nucleo familiare.

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