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Mafia capitale, sottosegretario Castiglione: "Io indagato? Vicenda assurda"

05 giugno 2015 | 10.45
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Coratti al gip: "Non ho commesso reati". Luca Gramazio e Giordano Tredicine fuori da Forza Italia. La seconda fase dell'inchiesta ha portato all'esecuzione di 44 arresti

Mafia capitale, sottosegretario Castiglione:

Sono 21 tra persone, associazioni, società, cooperative e consorzi, i destinatari di avviso di garanzia e perquisizioni coinvolti nella nuova azione giudiziaria avviata nell'ambito del sistema 'Mafia capitale'. La seconda fase dell'inchiesta ieri ha portato all'esecuzione di 44 arresti.

Il sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione ha commentato all'Adnkronos la notizia sull'indagine a suo carico per turbativa d'asta nell'inchiesta sugli appalti per la gestione del Cara di Mineo (Catania). "Si ripete la stessa storia di sei mesi fa, apprendo dalla stampa di essere indagato ma io non ne so nulla. Tutta questa vicenda è semplicemente assurda - ha detto Castiglione - Già sei mesi fa quando venne pubblicata la notizia sull'inchiesta a mio carico caddi dalle nuvole, ora ci risiamo. Ma di cosa stiamo parlando poi?".

Quanto alla gara d'appalto per Mineo, "feci una gara in piena emergenza" ha spiegato Castiglione. Poi su Luca Odevaine: "Quando l'ex ministro Maroni mi chiamò per l'emergenza immigrati chiamai Odevaine. In quel momento era il direttore della Polizia provinciale in carica a Roma, una persona autorevole, cosa avrei dovuto fare?".

INTERROGATORI DI GARANZIA - Sono iniziati intanto nel carcere di Regina Coeli i primi interrogatori di garanzia della seconda fase dell'inchiesta 'Mafia capitale'. Tra gli arrestati c'è Mirko Coratti, ex presidente dell'Assemblea capitolina, che ha risposto al gip Flavia Costantini durante l'interrogatorio di garanzia in carcere, assistito dal suo avvocato Filippo Dinacci, respingendo le accuse. "L'interrogatorio è andato bene - ha spiegato l'avvocato lasciando Regina Coeli - Coratti si è difeso, spiegando che non ha commesso reati, e ha fornito tutti gli elementi".

Alla domanda se fosse ottimista, il legale ha risposto: "Non sono ottimista ma sono consapevole che Coratti non ha commesso reato, si tratta di dimostrarlo. Siamo nelle mani della giustizia". Quanto alle intercettazioni l'avvocato Dinacci ha precisato: "Le ho sentite alla radio e potrete far caso che non si sente mai la voce di Mirko Coratti". E sulle presunte somme di denaro che Coratti avrebbe ricevuto, il legale ha chiarito: "Io movimenti di denaro a favore di Mirko Coratti in questa vicenda non ne ho trovati".

Anche Francesco Ferrara, dirigente della cooperativa 'La Cascina', arrestato nell'ambito dell'inchiesta, ha risposto al gip assistito dal suo avvocato Massimo Biffa. All'interrogatorio di garanzia erano presenti anche i pm Paolo Ielo e Luca Tescarola. "Le accuse che gli vengono contestate sono di corruzione e turbata libertà degli incanti - ha chiarito l'avvocato lasciando il carcere - senza alcuna aggravante e soprattutto senza l'aggravante di mafia. Lui con la mafia non c'entra nulla". Nel merito, ha proseguito il legale, "soprattutto la vicenda del Cara di Mineo, tutto ruota intorno alle gare di appalto fatte a Catania".

Nel corso dell'interrogatorio, "durato circa due ore e mezza se non tre", ha spiegato l'avvocato Biffa, "Ferrara ha risposto a tutte le domande che gli sono state fatte con grande calma e tranquillità. Gli è stato chiesto soprattutto di spiegare alcune intercettazioni: lui ha spiegato benissimo quelle che lo riguardavano". "Il punto centrale di questa ordinanza di custodia cautelare - ha aggiunto - è l'interpretazione di conversazioni: i pm e il gip le hanno interpretate in un certo modo e Ferrara in modo diverso. Ho fiducia nell'autorità giudiziaria e che tenga in conto la chiave interpretativa data da Ferrara".

L'ex assessore alla Casa della giunta Marino Daniele Ozzimo aveva con Buzzi "rapporti di natura esclusivamente politica, Buzzi era un iscritto al suo circolo da diversi anni", ha detto invece l'avvocato Danilo Leva, che assiste Ozzimo insieme all'avvocato Luca Petrucci. L'accusa di aver preso tangenti "non è assolutamente fondata - ha aggiunto il legale, che è anche deputato del Pd - Ozzimo ha risposto a tutte le domande, ha fornito un utile contributo conoscitivo e una corretta ricostruzione della vicenda". Il difensore ha poi spiegato che Ozzimo è "molto tranquillo e fiducioso nel lavoro della magistratura", spiegando che si è trattato di "un interrogatorio di garanzia in cui ha fornito elementi precisi e puntuali con grande serenità, perché non ha nulla da nascondere".

GRAMAZIO E TREDICINE FUORI DA FI - Il nuovo terremoto giudiziario ha anche conseguenze politiche. Il coordinatore regionale di Fi Lazio, Claudio Fazzone, ha infatti annunciato che Luca Gramazio e Giordano Tredicine sono fuori da Forza Italia. Una "decisione dolorosa ma indispensabile e non prorogabile" quella di allontanarli "da Fi un partito di cui da oggi non fanno più parte" ha detto Fazzone.

QUERELE - Intanto fioccano le querele. Beppe Grillo in un tweet ha annunciato che "Luigi di Maio ha querelato Orfini per le sue dichiarazioni. Gli ha chiesto un risarcimento. I soldi saranno donati al Microcredito".

Mentre l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, "dopo la lettura dei giornali di oggi" ha deciso di "querelare per diffamazione il sindaco Ignazio Marino, Francesco Merlo per un articolo pubblicato su 'La Repubblica' e Pietrangelo Buttafuoco per un articolo pubblicato sul 'Il Fatto Quotidiano'. Sia nelle dichiarazioni del sindaco sia negli articoli pubblicati dai due commentatori si dà infatti per scontato che io abbia richiesto attraverso Buzzi voti alla 'ndrangheta per le elezioni europee del 2014". "Basta leggere l'ordinanza del gip Flavia Costantini - dice Alemanno - per comprendere che non c'è nessun fondamento concreto in queste affermazioni".

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