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Estate

Mai abbronzati con protezioni alte? Occhio ai falsi miti su tintarella

17 luglio 2015 | 12.03
LETTURA: 4 minuti

People cool off in a fountain at the Georgetown Waterfront Park as temperatures top out in the mid 90's for the second day in a row, in Washington, D.C. on June 12, 2015. The Nation's Capital is in the middle of a mini heatwave as summer temperatures are expected to stay high though the weekend. Photo by Kevin Dietsch/UPI - Infophoto - INFOPHOTO
People cool off in a fountain at the Georgetown Waterfront Park as temperatures top out in the mid 90's for the second day in a row, in Washington, D.C. on June 12, 2015. The Nation's Capital is in the middle of a mini heatwave as summer temperatures are expected to stay high though the weekend. Photo by Kevin Dietsch/UPI - Infophoto - INFOPHOTO

C'è ancora chi guarda con sospetto le creme solari ad alta protezione. "Ma bisogna sfatare il mito che le alte protezioni non facciano abbronzare, semmai è il contrario perché la pelle non venendo aggredita dal sole non si brucia reagendo con la desquamazione, ma fa affiorare l’abbronzatura gradatamente, in maniera più stabile e duratura. Quindi il primo passo corretto da compiere è proprio la scelta giusta del prodotto che deve essere quanto mai protettivo e, a seconda del tipo di pelle, più o meno emolliente". Lo spiega alla vigilia del fine settimana Federfarma Verona, l’Associazione dei titolari di farmacia.

"Attenzione anche alla data di scadenza del solare, che essendo un cosmetico è obbligatoria, oppure al Pao (periodo di validità una volta aperta la confezione, obbligatorio in caso di mancanza di scadenza) simboleggiato dal pittogramma di un barattolo aperto e una durata (ad esempio 12M significa dodici mesi) – spiega Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona - Importante anche come abbiamo usato il solare l’estate precedente, perché basta averlo portato spesso in spiaggia, lasciato sotto il sole rovente, nella borsa o in auto, perché il suo livello di conservazione si sia ridotto drasticamente. In ogni caso se la crema presenta una consistenza non omogenea e un odore rancido è il chiaro segno che è 'andata a male' ed è quindi inutilizzabile".

"Per questo motivo una crema solare potrebbe durare anche meno dei 12 mesi indicati dalla data di scadenza. Un altro consiglio che mi sento vivamente di dare è quello di non ricorrere a olii strani più o meno esotici, che possono causare anche scottature profonde. Evitare quindi tassativamente il 'fai da te': ricorrervi può essere veramente pericoloso. Le creme e gli olii solari, inoltre, vanno trattati bene: è quindi preferibile evitare di travasarle da un recipiente a un altro, mischiarle ad altri ingredienti, acqua compresa. Ed è consigliabile scegliere confezioni medio-piccole e in tubetto, che inducano ad un minore contatto con la sabbia e in generale con elementi esterni poco puliti, mani comprese", dice l'esperto.

Bacchini consiglia di rinnovare spesso l’applicazione dei solari durante la giornata, specialmente dopo i bagni, ma anche durante le passeggiate montane che provocano intensa sudorazione. "Usare in maniera corretta la protezione solare – conclude – è un lasciapassare per la salute di tutta la famiglia".

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