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Mediaset, Vivendi ammessa al voto

31 agosto 2019 | 14.08
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L'assemblea si terrà il prossimo 4 settembre

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Il giudice di Milano Amina Simonetti ha accolto la richiesta di Vivendi di poter partecipare con il suo 9,9% e esprimere il suo diritto di voto all'assemblea di Mediaset prevista mercoledì prossimo. L'ordinanza è stata emessa oggi.

VIVENDI - "Vivendi - sottolinea un comunicato da Parigi - accoglie con favore la decisione del Tribunale di Milano, che riconosce il diritto di partecipare e votare a Vivendi come azionista, con il 9,99% dei diritti di voto, dopo aver tenuto conto del trasferimento delle sue azioni rimanenti a Simon Fiduciaria". Nel comunicato, Vivendi ribadisce il suo voto contrario all'assemblea del prossimo 4 settembre alla fusione che porterà alla nascita di Mfe, avendo valutato "i diritti, o la mancanza di questi, che gli azionisti di minoranza avrebbero ai sensi del proposto statuto di Mfe". "Se Mediaset dovesse impedire a Simon di votare, l'assemblea sarà compromessa da forti irregolarità - sottolinea il portavoce di Vivendi -. Ne sarebbe fatta denuncia in tribunale. Mediaset sta tentando di impedire i più basici diritti degli azionisti per garantirsi illegalmente il controllo". Simon Fiduciaria è la fiduciaria che gestisce il 19,9% della quota di Vivendi.

MEDIASET - Il giudice di Milano ha accolto il ricorso di Vivendi per votare in assemblea ma la Mediaset è comunque soddisfatta, perché il Tribunale di Milano "ha ribadito la nullità dell'acquisto della partecipazione del 19,8% in capo a Simon Fiduciaria". E' la posizione del gruppo Mediaset. Ne consegue, da parte del gruppo, "l'esplicito divieto a Simon Fiduciaria a partecipare all'Assemblea Mediaset del 4 settembre. La società francese potrà partecipare e votare soltanto ed unicamente per la quota del 9,9% in capo direttamente a Vivendi".

L'ORDINANZA - Non ci sono "ragioni giuridiche sufficienti" per vietare a Vivendi il voto all'assemblea Mediaset del prossimo 4 settembre. E' quanto scrive il giudice Amina Simonetti nel testo dell'ordinanza in possesso dell'Adnkronos che ha accolto il ricorso del socio francese del Biscione. Vivendi, difesa dagli avvocati Ferdinando Emanuele e Giuseppe Scassellati, potrà quindi votare con il suo 9,9% di diritti di voto proprio in virtù del congelamento della quota eccedente il suo 10% e oggi nelle mani di Simon Fiduciaria. "Proprio considerando il pronunciamento di Agcom sulle azioni di Vivendi in Mediaset e il successivo cautelare di questo Tribunale sulle azioni di Vivendi detenute attraverso la fiduciaria Simon Fid - scrive il giudice - non si ravvisano ora, in via di sommaria delibazione della complessiva vicenda, ragioni giuridiche sufficienti per paralizzare, sulla scorta della eccepita violazione da parte di Vivendi dell'art 43 comma 11 tusmar, l'esercizio dei diritti amministrativi inerenti le azioni di Vivendi nella misura contenuta del 10% che la pone al di fuori dei limiti sanzionati di cui al tusmar". "Allo stato, ragionevolmente", si legge, può ritenersi che Simon Fiduciaria, che gestisce la quota eccedente il 10% di Vivendi in Mediaset, non debba invece votare. "Simon Fid - scrive nell'ordinanza che l'Adnkronos ha potuto visionare - non potrà nell'assemblea di Mediaset esprimere il voto per le azioni detenute nella misura del 19,19%, essendo prevedibile, perché preannunciato, che Mediaset solleverà a Simon Fid, sulla base dei precedenti pronunciamenti, la medesima eccezione ex art 83 septies tuf e art 43 co 11 tusmar in occasione dell'assemblea, in tal modo ''spezzando'' quella notevole e influente partecipazione unitaria del 28,8% di Vivendi che, secondo Agcom, si pone in violazione del tusmar". "L'esercizio dei diritti di voto per la misura del 19,19% delle azioni da parte di Vivendi attraverso la sua fiduciaria Simon Fid spa è già paralizzato, allo stato, dalla decisione di Agcom e dal provvedimento cautelare pronunciato", lo scorso anno, "la cui stabilità tra Simon Fid e Mediaset sussiste fino a che la situazione giuridico fattuale non muti o fino alla definizione della causa di merito".

Il Tribunale di Milano riconosce che vietare a Vivendi di votare, come già accaduto nell'ultima assemblea di Mediaset, sarebbe un atto lesivo dei suoi diritti. "Il pericolo della lesione del diritto di voto di Vivendi nella assemblea del 4 settembre 2019 appare pressoché certo", sottolinea il giudice di Milano, ricordando le decisioni assunte in passato da Mediaset, compresa l'ultima in occasione dell'assemblea del 18 aprile, quando a Vivendi non fu concesso di votare. "La prospettata lesione del diritto della socia di minoranza di partecipare alla assemblea del 4 settembre 2019 e di esercitare il voto, per la sola percentuale di azioni del 9,61% - si legge nell'ordinanza - è irreparabile e soltanto la tutela richiesta ex ante è in grado di assicurare la partecipazione allo svolgimento delle operazioni assembleari". Il giudice fa riferimento anche ad alcuni principi alla base della democrazia societaria, che sono a vantaggio delle società stesse. "Rispetto alle questioni poste all'ordine del giorno dell'assemblea è fisiologico - dice nell'ordinanza in possesso dell'Adnkronos - nell'ambito del meccanismo assembleare, la prospettazione di contrapposte posizioni da parte dei soci pervenendosi alla decisione sulla base del principio di maggioranza". Questo principio, "secondo cui le delibere societarie prese in conformità della legge e dell'atto costitutivo vincolano tutti i soci, trova il suo contrappeso e legittimazione nel metodo assembleare il quale opera come strumento di protezione delle minoranze. Nel bilanciamento degli interessi del socio e della società è innegabile l'interesse della società, data anche l'importanza delle questioni poste all'ordine del giorno dell'assemblea del 4 settembre 2019 nel cui merito non si intende entrare, che i lavori assembleari si svolgano regolarmente e si concludano con una decisione stabile".

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