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Migranti e Ong, Tajani: "Un conto è soccorso, un altro l'appuntamento in mare"

14 novembre 2022 | 18.39
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Il ministro degli Esteri a Bruxelles: "Non volevamo polemica con la Francia, no ripercussioni su altri dossier"

(Afp)
(Afp)

"Un conto è il soccorso in mare, un altro conto avere un appuntamento in mezzo al mare". Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Bruxelles al termine del Consiglio Affari Esteri e dell'incontro con la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola. "E' una cosa completamente diversa - continua - soccorrere in mare significa soccorrere dei naufraghi che stanno affogando, l'appuntamento in mare è qualcuno che porta delle persone, fa metà del viaggio e il resto lo fa fare dagli altri". 

"Questo non va bene", aggiunge, perché le Ong attive nel Mediterraneo Centrale "non informano la Capitaneria di Porto, la Marina Militare, la Guardia di Finanza. Si muovono in maniera autonoma, decidono loro dove andare, senza consultarsi con nessuno: non spetta a un ente privato fare questa scelta. Dovrebbero essere le navi mercantili a fare soccorso in mare, ma ci sono Ong che fanno un lavoro diverso", dice Tajani.

Il codice di condotta per le organizzazioni non governative che operano in mare deve essere "rinforzato", sottolinea il ministro degli Esteri.

Nel Consiglio, "ho posto il problema dell'arrivo nel nostro Paese di migranti che arrivano nel nostro Paese con le navi delle Ong, ricordando quello che ha scritto Frontex nell'ultima relazione: sono navi che non fanno soccorso in mare, ma hanno appuntamenti in mezzo al Mediterraneo con i trafficanti che portano le persone e le scaricano sulle navi delle Ong. Questo deve essere controllato e regolato dall'Ue: c'è un codice di condotta e secondo noi deve essere rinforzato".

"Non devo rivelare il dibattito a porte chiuse, ma la Commissione Europea si è dimostrata sensibile anche sul tema delle Ong", dato che Frontex ha redatto "una relazione inequivocabile" aggiunge.

Nel Consiglio Affari Esteri "il comune sentire è che serve una soluzione europea" per regolare i flussi migratori. "Tutti quanti mi sono sembrati convinti della necessità di trovare una soluzione a livello comunitario" afferma Tajani.

Il Consiglio Affari Esteri, continua il ministro, "si è svolto in maniera molto tranquilla. Abbiamo posto come Italia il tema dell'immigrazione, che è un problema europeo, non di Italia e Francia, di Italia e Germania. Sono stato molto chiaro: ho ribadito che per noi il tema deve essere affrontato e risolto a livello comunitario. Non c'è solo l'immigrazione attraverso la rotta mediterranea, ma anche attraverso la rotta balcanica. Riguarda moltissimi Stati".

"Ho sottolineato la necessità di un piano Marshall per l'Africa, con l'investimento di almeno 100 mld di euro. Poi servono investimenti nei Balcani, per la stabilità in quella parte d'Europa: a proposito, sarò lunedì e martedì della prossima settimana a Pristina e Belgrado, per incontrare" il primo ministro del Kosovo Albin Kurti e il presidente serbo Aleksandr Vucic.

Quanto ai rapporti con la Francia, Tajani dice che la crisi nei rapporti bilaterali scoppiata a causa della vicenda della nave Ocean Viking non avrà "ripercussioni" sugli altri dossier sui quali Roma e Parigi hanno interessi convergenti a livello Ue.

"Ma no - risponde sul punto - mi pare che le parole di Mattarella e di Macron siano molto chiare. C'è stato un confronto su un tema, ma non volevamo assolutamente aprire una polemica nei confronti della Francia, né della Germania. Abbiamo posto il problema dell'immigrazione: mi pare che gli altri dossier non c'entrino assolutamente nulla. Il testo della dichiarazione del Quirinale e quella dell'Eliseo sono molto chiari: non c'è alcuna ripercussione su altri dossier. Nessuno vuole aprire problemi sugli altri dossier. Abbiamo posto un problema che è reale anche per altri. Tanti Paesi hanno affermato l'importanza di decidere a livello comunitario". In Consiglio, continua Tajani, "sono stato fermissimo nella sostanza, ma nessun attacco ad altri Paesi, perché non ci interessa dare la colpa a questo o a quell'altro, o aprire fronti con altri Paesi Ue. A noi interessa risolvere i problemi: l'Italia da sola non può affrontarlo. La frontiera delle coste italiane va difesa da tutti. Intanto manteniamo le regole che ci sono e applichiamole. Mi sembra che nessuno volesse esacerbare i toni: vediamo come si potrà andare avanti. I toni oggi non erano toni di frattura: possono esserci visioni diverse, ma non siamo entrati nel dettaglio. Oggi è stato un dibattito politico sul ruolo che l'Europa deve avere".

Oggi "ho avuto un lungo colloquio con la ministra francese degli Affari Europei" Laurence Boone. E "dopo il colloquio tra i presidenti Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron i toni sono stati molto più sereni rispetto ai giorni passati" riferisce.

"Ora - continua Tajani - si tratta di trovare le giuste soluzioni. Ho insistito che ci fosse anche una riunione congiunta dei ministri degli Esteri e dei ministri dell'Interno per affrontare in maniera complessiva la questione dell'immigrazione. Vediamo cosa si deciderà, ma sono soddisfatto per il dibattito. Naturalmente si è trattato di un dibattito, di un tour de table dove ognuno ha ribadito la sua posizione, ma non c'è stata alcuna polemica".

Nel Consiglio Affari Esteri, spiega ancora, "è stato affrontato un tema posto da noi", quello delle migrazioni, "con grande serietà, senza polemica, con grande fermezza e determinazione, ma per risolvere il problema immigrazione". "Mai contro qualcuno - continua Tajani - ma per trovare le giuste soluzioni. Si è iniziato un dibattito e adesso ci auguriamo che possa arrivare a giusta conclusione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, perché non è un tema che si risolve in pochi giorni. Ma un dibattito è stato aperto grazie all'Italia", conclude.

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