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Ministro finanze svedese: "Fondo rilancio troppo elevato e servono condizioni"

Andersson dopo la proposta della Commissione europea sul Recovery Fund frena: "Bisogna essere ragionevoli e realisti sulla dimensione del fondo e sulle condizioni". E avverte: "Devo spiegare agli svedesi come utilizzo i loro soldi. Ne va della legittimità dell'Ue"

(Fotogramma)
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28 maggio 2020 | 15.41
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"Pensiamo che l'Ue ha un ruolo da recitare nel rilancio dell'economia europea. Abbiamo già adottato delle misure molto costruttive in questo senso, con il meccanismo di finanziamento della disoccupazione parziale o il fondo, gestito dalla Bei, per sostenere le imprese. Pensiamo anche che un fondo di rilancio sia necessario ma non con qualunque condizione". Ad affermarlo dopo la proposta della Commissione europea sul Recovery Fund è il ministro delle finanze svedese, Magdalena Andersson in un'intervista a 'Le Monde'.

"Le dimensioni menzionate finora - afferma Andersson - ci sembrano troppo elevate. Bisogna essere ragionevoli e realisti sia per quanto riguarda la dimensione del fondo, che sui dettagli e le condizioni per accedere a questo sostegno".

"Dobbiamo essere chiari, il Fondo, quale che sia la sua dimensione, non rilancerà l'economia europea da solo. Anche se la dimensione è elevata, i budget nazionali sono e resteranno molto più importanti. Il budget europeo - sottolinea Andersson - rappresenta solo l'1% nei nostri pil nazionali. Il fondo di rilancio può essere una parte aggiuntiva per i Paesi colpiti più fortemente e già fortemente indebitati prima della crisi".

"Ma se vogliamo rilanciare l'economia - insiste il ministro delle finanze svedese - la cosa più importante è che i ministri delle Finanze e i governi di ogni Stato membro attuino delle misure intelligenti nell'ambito dei propri bilanci nazionali". La priorità, aggiunge, "deve essere anche ristabilire il funzionamento normale del mercato interno. Sarà un motore molto più importante per l'economia rispetto a qualsiasi fondo di rilancio".

Andersson si dice "favorevole" ad un prestito "che dovrà essere rimborsato dai Paesi che beneficeranno del prestito. Per me è molto più facile spiegarlo ai pensionati svedesi che hanno pagato tasse elevate durante tanti anni. Possono accettare che si aiuti gli altri Paesi con un prestito. E' diverso vedere i loro soldi andare ai pensionati spagnoli o italiani che non hanno pagato tasse così elevate".

Quindi lancia una bordata alla Francia. "Trovo molto provocatorio che dei Paesi che, in un modo o nell'altro dall'inizio della crisi sanitaria, hanno violato il mercato interno, bloccando ad esempio l'esportazioni di materiali medicali ci parlino di solidarietà". A marzo scorso, ricorda il quotidiano transalpino, la Francia aveva sequestro 4 milioni di mascherine a Lione che appartenevano ad una multinazionale svedese che dovevano essere inviate alla Spagna e all'Italia.

Rispondendo alla domanda del giornalista che le chiedeva se non temesse che la posizione del suo Paese potesse fare il gioco dell'estrema destra in Spagna o in Italia, Andersson sottolinea: "Siamo preoccupati che questo tipo di movimento possa progredire. E' una delle ragioni per le quali abbiamo agito rapidamente sostenendo la creazione di un fondo di rilancio. Ma anche in Svezia dobbiamo far fronte a forze euroscettiche. Rischiano di crescere se il contribuente svedese vede i suoi soldi finire in tasca a contribuenti stranieri senza contropartite. Devo spiegare agli svedesi come utilizzo i loro soldi. Ne va della legittimità dell'Ue".

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