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M.O.: medico turco, detenuto palestinese fu picchiato a morte in Israele

23 giugno 2014 | 13.05
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Il rapporto di un medico turco afferma che un detenuto palestinese morto in carcere in Israele era stato picchiato prima del decesso. Il caso, rivelato oggi da Haaretz, è in discussione davanti al tribunale di Petakh Tikva. La vicenda s'inserisce in un clima di rinnovata tensione fra israeliani e palestinesi, con lo sciopero della fame in corso fra i detenuti palestinesi in attesa di giudizio e gli oltre 300 arresti durante l'operazione di ricerca dei tre adolescenti israeliani rapiti in Cisgiordania.

Il caso in discussione riguarda Arafat Jaradat, 30enne di Hebron, morto il 23 febbraio 2013 nel carcere di Megiddo, cinque giorni dopo essere stato arrestato con l'accusa di aver ferito un israeliano a colpi di pietra presso l'insediamento di Kiryat Arba. Secondo i servizi dello Shin Bet, l'uomo aveva confessato. Dopo la morte di Jaradat, i compagni di cella hanno accusato lo Shin Bet di averlo torturato a morte. Il governo israeliano ha avviato un'inchiesta ed è stata effettuata un'autopsia.

Il patologo israeliano, Yehuda Hiss, ha concluso che le ferite sul corpo erano frutto dei tentativi di rianimazione del detenuto, mentre il collega palestinese Saber al Aloul, anche lui presente all'autopsia, ha parlato di traumi dovuti a torture che hanno causato la morte di Jaradat. I familiari del morto si sono allora rivolti a Sebnem Fincanci, dottoressa turca fra gli autori di una guida Onu per indagare sulle accuse di tortura. Il suo parere, basato solo sulle carte e non su un esame del corpo, è che Jaradat sia stato colpito con un oggetto lungo e pesante prima di morire.

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