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Montesano: "Che 2021 sia anno dove si coltiva dubbio e onora verità"

31 dicembre 2020 | 14.23
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(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"E' difficile fare gli auguri in questo contesto. Ma come si dice, la speranza è l'ultima Dea. Il mio augurio più sincero agli italiani è di acquisire consapevolezza. Che sia un anno dove si possa coltivare il dubbio, e dove si onori la verità. Questo è l'augurio mio più sincero. Penso che da tutto questo possa scaturire qualcosa di meglio per noi". E' l'augurio che Enrico Montesano rivolge, tramite l'Adnkronos, agli italiani per il 2021 alle porte. "Sono preoccupato -ammette l'attore romano- perché le avvisaglie non promettono nulla di buono. Il condizionamento è molto pervasivo, è forte. E' presente. E' difficile per le persone contrastare la paura".

E sul carattere degli italiani, l'attore aggiunge: "Siamo un popolo di artisti, siamo dei creativi, ma siamo stati sempre alla mercé dei dominatori. Non avevamo prima del Covid la forza per opporci, e non l'abbiamo ora. Ce la siamo cavata per questo spirito di inventiva, di sopravvivenza, di adattamento", è l'opinione dell'attore. "Però quando c'è un blocco così consistente e monolitico, è difficile. C'è una minoranza di persone che sono perplesse e critiche, ma il resto vedo che è abbastanza intimorito". Le voci "libere o divergenti sono abbastanza messe a tacere -prosegue Montesano- E non è un blocco italiano, e neanche europeo, è un blocco mondiale. Qui si parla di Hong Kong, di Parigi, Degli Stati Uniti, dell'America Latina".

"Quando neanche il presidente degli Stati Uniti riesce a dimostrare che ci sono stati dei brogli, in America, il paese della democrazia, ti rendi conto che sei come Davide contro il gigante Golia. E non so se la popolazione della Terra riuscirà a ribellarsi, a far rispettare certi principi. Però, Davide ha centrato il bersaglio, ed ha assestato un bel colpo a Golia. Chissà, magari questo è un segno di buon auspicio", aggiunge l'attore.

Montesano torna poi sulla questione 'vaccini', per chiarire meglio la sua posizione: "Il vaccino? Lo farò, ma quando sarà fatto salvo il principio di precauzione. Ci sono tante cose che mi lasciano perplesso. Questo è un vaccino diverso da quelli che abbiamo fatto quando eravamo ragazzi. Io li ho fatti tutti, anche se hanno creato qualche effetto collaterale. Ma nonostante tutto, noi li abbiamo fatti. Non sono un medico, un virologo o un ricercatore. Dico quello che ho ascoltato, da medici tedeschi, cinesi, statunitensi, che pongono questo dubbio, e parlano del principio di precauzione. Mi fido di loro".

"Ho sentito alla tv di un medico lodigiano, che ha curato casa per casa 200 pazienti in condizioni anche abbastanza compromesse. Denutriti, con polmonite bilaterale, ma nessuno è deceduto. E così tanti altri di cui ho notizia. Colgo l'occasione per fare un elogio ai medici di base etici, onesti, che rispondono al telefono e ci sono, sono presenti. E curano subito, gesto fondamentale per guarire dal Covid", aggiunge.

L'attore pone poi una domanda: "Esistono cure dimostratesi efficaci, come il plasma iperimmune, l'ozonoterapia. Mi chiedo: perché si evitano queste cure? Per fare a tutti il vaccino? E' solo una domanda. E' lecito ancora nella nostra società avere dei dubbi? Cartesio diceva 'cogito ergo sum', io dico 'dubito ergo sum'. Sia ben chiaro: non voglio convincere nessuno, ma non dovete convincere me. Ognuno dovrebbe essere libero di fare ciò che crede meglio per sé", conclude l'attore.

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