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Ucraina: Nemtsov scoprì dimissioni forzate di militari russi inviati a Est

31 marzo 2015 | 16.59
LETTURA: 3 minuti

Ilya Yashin anticipa i contenuti del rapporto che l'oppositore assassinato a Mosca alla fine di febbraio avrebbe reso pubblico a breve. Entro breve, sarà pubblicata una ricostruzione della denuncia.

Gli appunti di Nemtsov, dalla pagina Facebook di Yashin
Gli appunti di Nemtsov, dalla pagina Facebook di Yashin

I militari russi inviati a combattere nell'est dell'Ucraina hanno cominciato all'inizio di quest'anno a essere costretti a dimettersi dall'esercito prima di partire. E i familiari dei caduti, almeno 70 fra gennaio e febbraio, non hanno ricevuto alcun tipo di risarcimento. Lo aveva scoperto Boris Nemtsov, che avrebbe presentato il rapporto sul ruolo di Mosca nel Donbass due giorni dopo essere stato ucciso, un rapporto che l'attivista avrebbe intitolato "la guerra di Putin" e che ora i suoi compagni di partito "stanno completando" e pubblicheranno ad aprile, come ha annunciato sulla sua pagina Facebook Ilya Yashin, amico di Nemtsov oltre che copresidente con lui del partito Parnas.

"Siamo riusciti a comunicare con le fonti di Nemtsov. Quando era ancora in vita avevano molta paura di parlare e la sua morte non ha facilitato le cose", ha spiegato Yashin precisando solo che le fonti sono familiari di militari russi che hanno inutilmente cercato di ottenere risarcimenti dal governo per la morte dei loro cari in Ucraina, persone che avevano contattato Nemtsov spontaneamente alla fine di gennaio chiedendogli aiuti per esercitare pressioni sul ministero della difesa. Ci sono state due diverse ondate di aumento delle vittime russe in Ucraina, la prima la scorsa estate, quando i militari sono stati dispiegati oltre confine per prendere parte alla controffensiva dei separatisti per riguadagnare il terreno perso, la seconda fra gennaio e febbraio, prima dell'accordo di Minsk l'11.

Durante la prima fase, i militari inviati in Ucraina, che Mosca ha sempre definito volontari, erano in servizio o al più in aspettativa o in vacanza, ma poi all'inizio dell'anno la situazione è cambiata e le forze russe hanno iniziato a dimettere i soldati prima di dispiegarli nel Donbass, con la sola promessa a parole che le loro famiglie avrebbero comunque ricevuto un risarcimento se loro fossero caduti. "Il piano era quello di nascondere così il coinvolgimento delle nostre forze nelle azioni militari, presentando i soldati davvero come volontari", ha scritto Yashin, sottolineando che i comandanti militari delle diverse unità coinvolte si erano impegnati in questo senso. Nel suo post, l'immagine di uno degli appunti criptici che Nemtsov lasciava ai suoi collaboratori: nel documento si legge "Parà di Ivanovo mi hanno contattato: 17 uccisi, senza soldi, ma temono ancora di parlare".

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