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Un patto per la risorsa idrica da portare alla Cop 23, si chiude il summit 'Acqua e clima'

25 ottobre 2017 | 17.05
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(Fotolia)
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Un patto per l'acqua, la 'Dichiarazione di Roma', che ha come obiettivo quello di mettere la questione idrica, e in particolare quella dei fiumi, al centro del dibattito internazionale sui cambiamenti climatici; la nascita dell'Alleanza italiana delle aziende per l'acqua e il clima che mette insieme ambiente e industria; un tributo all'Africa, continente più colpito dai cambiamenti climatici, e l'impegno italiano per il finanziamento di nuovi progetti. Sono i risultati principali dell'evento internazionale 'Acqua e Clima' che si chiuso a Roma dando appuntamento per un nuovo summit nel 2020, sempre nella capitale.

La cerimonia di chiusura del summit si è svolta alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Una gestione sostenibile dell'acqua, elemento che è al centro dell'esistenza del genere umano, non può prescindere da un impegno corale e concreto, da una collaborazione internazionale autentica e coordinata. Non più conflitti per l'acqua, ma impegno congiunto affinché essa contribuisca a garantire a tutti i popoli sviluppo e benessere", ha sottolineato il capo di Stato.

"Col summit è stato avviato un percorso che, con la 'Dichiarazione di Roma', ci impegniamo a indicare come priorità nelle sedi negoziali in cui si affronta la sfida dei cambiamenti climatici, a cominciare dalla Cop 23 che si terrà in novembre a Bonn", ha detto nel suo intervento il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.

Il ministro ha, poi, annunciato "un ulteriore impegno italiano in Africa attraverso il finanziamento di progetti per 5 milioni di euro destinati a iniziative focalizzate sulla gestione della risorsa acqua. I programmi saranno affidati a due enti internazionali, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale e l’Unece, Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite. Obiettivo di questi progetti è quello di creare sistemi di monitoraggio e informazione transfrontalieri nei grandi bacini africani, il Congo e il Senegal, che coinvolgono 14 Paesi diversi al fine di programmare metodologie di gestione delle risorse e misure di adattamento ai cambiamenti climatici".

"L'acqua è un bene pubblico, un bene fondamentale per la vita", ha rimarcato da parte sua la sindaca di Roma Virginia Raggi intervenendo in Sala della Protomoteca in Campidoglio alla giornata conclusiva del summit. "Abbiamo scienza e tecnologia per salvaguardare il nostro pianeta - ha detto - Abbiamo consapevolezza delle responsabilità e delle opportunità che ci sono davanti. Ognuno può fare la propria parte, ognuno può, nel suo piccolo, dare un contributo per incidere sul futuro. Bastano gesti semplici come, ad esempio, evitare di sprecare acqua potabile ed evitare di inquinare le nostre risorse".

"Le città, da questo punto di vista, possono contribuire - ha aggiunto - La maggior parte della popolazione mondiale nei prossimi anni abiterà nei grandi centri urbani. E' nelle grandi metropoli che si giocherà la sfida per l'acqua. Dobbiamo, però, parlare di questi temi così vitali. E le città devono fare rete tra loro".

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