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"Paziente ucciso con calmante", indagato infermiere a Torino

06 febbraio 2019 | 12.22
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Foto di repertorio (Fotogramma/Ipa)
Foto di repertorio (Fotogramma/Ipa)

Avrebbe arbitrariamente somministrato per via endovenosa un farmaco ad azione calmante provocando la morte di un paziente ricoverato all'ospedale di Carmagnola. E' l'ipotesi su cui hanno condotto accertamenti i carabinieri del Nas di Torino e per l'episodio è indagato per omicidio aggravato un infermiere della struttura. I militari hanno annunciato oggi la conclusione della fase investigativa dell'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti, con il sostituto procuratore Laura Deodato. E spiegano di aver "acclarato gravi e convergenti elementi di reità" nei confronti dell'operatore sanitario.

Gli accertamenti sono partiti nel 2015, a seguito della morte sospetta di un paziente ricoverato nell'ospedale di Carmagnola. E successivamente sono stati supportati da specifiche consulenze medico-scientifiche disposte dagli inquirenti. L'infermiere, secondo la ricostruzione, avrebbe somministrato endovena, senza una prescrizione medica e in assenza di adeguate condizioni e modalità d'uso, un farmaco contenente midazolam, un principio attivo ad azione calmante, provocando il decesso del paziente per insufficienza respiratoria. Gli esiti investigativi, spiegano i carabinieri del Nas, riconducono la condotta dell'operatore alla "volontà di sedazione del paziente al fine di ridurre l'impegno professionale determinato dalla costante necessità di assistenza ed attenzione richieste dalle condizioni di salute, età e comportamento emotivo del malato".

All'indagato sono attribuite ulteriori responsabilità e aggravanti, ovvero di aver agito per motivi futili e abbietti, nonché aver ostacolato l'assistenza e il soccorso dell'anziano. Questo perché, a seguito della crisi respiratoria, l'infermiere non avrebbe riferito al personale di rianimazione dell'avvenuta somministrazione del medicinale, il cui effetto avrebbe potuto essere "calmierato con un antidoto presente nel reparto e di pronto utilizzo", evidenziano i militari.

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